lunedì 27 dicembre 2010

La Risata-La Folgore – 6

1935 - fine


Ho parlato di "catastrofe", riferendomi al netto peggioramento della stampa de La Risata, sul finire del 1935. Credo che il motivo sia l'impossibilità di rendere leggibile il tratto dei disegni originali, con i nuovi

venerdì 17 dicembre 2010

giovedì 9 dicembre 2010

La Risata-La Folgore –4

1935 – I fumetti del Chicago Tribune su La Risata
Con una tavola originale di The Gumps raffrontata alla sua traduzione italiana!



Jim il Rosso (Red Barry di Will Gould) non è il solo nuovo fumetto americano ad apparire sul fatidico numero 37. Un altro è L’allegro Jack, traduzione letterale di Smilin’ Jack di Zack Mosley. Stavolta

giovedì 2 dicembre 2010

La Risata-La Folgore –3

1935: arriva Red Barry – Jim il Rosso


Dal n. 37 del 30 luglio 1935, La Risata ospita un’infornata formidabile di comics americani, capace – sulla carta – di dare veramente fastidio sia a L’Avventuroso che a L’Audace.

La novità più importante è

domenica 28 novembre 2010

La Risata-La Folgore –2

1935: arriva Baldo


La storia de La Risata è fatta di equivoci, fraintendimenti, continui cambi di programma. Un giornale a fumetti con quel titolo, e perciò votato all’umorismo, nel 1934/35 dovrebbe forse guardare a concorrenti come Bombolo-Cine Comico di casa SAEV o tutt’al più a Jumbo. Invece,

sabato 27 novembre 2010

La Risata-La Folgore –1

La Risata 1934 – prima parte
Nuove rivelazioni sui misteriosi autori de La Risata!

La trasformazione dell’editoria periodica per ragazzi in Italia, con il conseguente avvento del Fumetto moderno, avviene – come abbiamo abbondantemente visto – per opera di tre editori: Vecchi (SAEV), Nerbini e Mondadori, che tra il 1932 e il 1935, uno dopo l’altro, invadono le edicole con novità rivoluzionarie.
Ma non ci sono solo loro. Alcuni piccoli editori cercano di raccogliere le briciole del fiorentissimo mercato che è sorto dal nulla, imitando in modo maldestro gli stilemi del Fumetto americano. Altri, invece, dotati di strutture e capitali adeguati, ignorano i comics d’oltreoceano e cercano di imporre, partendo praticamente da zero, un Fumetto italiano che non sia derivativo rispetto a quello dominante.
L’editore che fa da apripista per questo modo alternativo di intendere i periodici a fumetti è L’Editoriale Universo, che l’11 maggio 1933 vara Il Monello e circa due anni dopo, il 23 febbraio 1935, L’Intrepido. Dei due settimanali “tutti italiani” e della nascita del cosiddetto “fumetto popolare”, spero di aver modo di parlare in un prossimo futuro. Per ora, rimaniamo in zona “americana”.
La Casa Editrice Universo e i relativi, importanti stabilimenti tipo-litografici, sono di proprietà della famiglia Del Duca, ovvero dei tre fratelli Cino, Domenico e Alceo, che si alternano, tra l’altro, alla direzione dei settimanali. Cino è incaricato di seguire, a partire dal 20 novembre del 1934, un settimanale decisamente minore, La Risata, che esce con la sigla Casa Editrice Moderna.



Il settimanale in questione è minore e anche sperimentale, perché è stampato con nuovissimi impianti

giovedì 25 novembre 2010

Il Giornale di Cino e Franco - 2

1935 – continuazione e fine


Per tutta la prima parte del settimanale, Nerbini lascia immutata la formula de Il giornale di Cino e Franco, che è – come dicevo nello scorso post – poco più di un contenitore per il best seller di Lyman Young e collaboratori (Tim Tyler’s Luck). Fra le storie di riempitivo, merita un accenno

giovedì 18 novembre 2010

Il Giornale di Cino e Franco - 1

11 agosto 1935 - Il n. 1


Abbiamo lasciato Mario Nerbini con in tasca un sostanzioso assegno di Mondadori per la cessione dell’esclusiva Disney, ivi compresa la testata Topolino. È stato scritto infinite volte che l’affare crede di averlo fatto l’editore fiorentino, convinto che il settimanale si venda non tanto per i fumetti di Gottfredson e collaboratori, quanto per Cino e Franco (Tim Tyler's Luck) di Lyman Young. Nerbini è comunque tutto contento per l’incredibile successo de L’Avventuroso, che mette in ombra ogni altra cosa. Abbiamo anche detto che oggi, nel 1935, l’analisi di Mario Nerbini è formalmente giusta, anche se – con il senno del poi – sostanzialmente sbagliata.

Il 26 luglio 1935, esattamente una settimana dopo l’uscita dell’ultima puntata delle storie di Cino e Franco sul Topolino Nerbini, appare in edicola un nuovo giornale, preceduto, come sempre accade, da un saggio gratuito (inserito ne L’Avventuroso n. 42) e da una notevole campagna pubblicitaria su tutti i periodici della scuderia:


sabato 13 novembre 2010

L’Audace terza versione: numeri 60-181 (1935-37) - Quarta parte

1935 (luglio-dicembre): arriva Drakeman/Mandrake!





In prima pagina de L’Audace, piomba nella foresta di Tarzan un’intrepida emula di Amelia Earhart, che dà una sterzata imprevista alla saga del Signore della Giungla. Intanto, la pagina dedicata a La Pattuglia Volante (Radio Patrol di Eddie Sullivan e Charlie Schmidt) ospita anche

domenica 7 novembre 2010

Intermezzo – Tarzan in Italia

I romanzi di cappa e spada (1934)

Dicevo, nello scorso post, che il Tarzan a fumetti di Harold Foster, su L’Audace del 1935, non è alla sua prima apparizione in Italia.

Le strisce giornaliere del 1929 appaiono nel 1934, abbastanza clamorosamente, su una pubblicazione non per ragazzi, ovvero la collana di narrativa I romanzi di cappa e spada edita da Mondadori, a partire dal numero 24:

 
Da notare le copertine di Gino Boccasile, al cui colpevole oblio ha cercato di riparare recentemente Paola Biribanti con

mercoledì 3 novembre 2010

L’Audace terza versione: numeri 60-181 (1935-37) - Terza parte

1935 (giugno-agosto)


Esaurito il tourbillon lucchese e jacovittiano, torniamo alla nostra storia "in diretta" del Fumetto in Italia, e riprendiamo la vicenda de L’Audace. Ho detto, nell’ultimo post dedicato all’ “anti-Avventuroso” della SAEV, che Brick Bradford passa molto presto dalla prima pagina del giornale a quelle interne, abbandonando anche il disegno della testata, e ciò perché non incontra il favore dei lettori. Questo è senz’altro vero, perché conosciamo gli sviluppi delle vicende editoriali successive, ma oggi, nel maggio 1935,

martedì 19 ottobre 2010

Surrealismo Jacovittesco (o Jacovittiano?)


Al di là dello scherzo, nel quale mi ha "tenuto mano" Luca Boschi sul suo grande blog, ecco un altro assaggino di Jacovitti - Sessant'anni di Surrealismo a fumetti. Cos'è meglio di un indice, per stimolare fantasie e bramosie?

lunedì 18 ottobre 2010

JACOVITTI - Sessant'anni di Surrealismo a fumetti

Acquistabile su Amazon.it!


Oh! E questo che cos'è? Cercherò di trovare qualche notizia in merito... D'altronde Lucca si avvicina...
;-)

giovedì 14 ottobre 2010

L’Audace terza versione: numeri 60-181 (1935-37) - Seconda parte

1935 (marzo-maggio)


Brick Bradford è ricordato dagli appassionati di syndication classica per le lunghissime storie in daily strips, scritte da William Ritt e disegnate da Clarence Gray: etnologia, archeologia, fantascienza; intrighi complessi e affascinanti. Le sunday pages de L’Audace, come ho già detto, sono invece del tutto diverse: il biondo protagonista è lo stralunato visitatore di un mondo vagamente alieno, a metà fra la civiltà

domenica 10 ottobre 2010

L’Audace terza versione: numeri 60-181 (1935-37) - Prima parte

1935 (febbraio)


Le cose cambiano di colpo col leggendario numero 60 del 23 febbraio 1935. L’uscita del numero è annunciata, oltre che dai redazionali che abbiamo visto nel post precedente, anche da uno dei soliti volantini pubblicitari, distribuiti gratuitamente nelle edicole:


domenica 3 ottobre 2010

L’Audace seconda versione: numeri 35-59 (1934-35)

1934 - 35


L’Audace prima versione dura solo per 34 numeri. L’ultimo appare il 25 agosto 1934: data non sospetta, in quanto precedente all’esplosione della “bomba” de L’Avventuroso (metà ottobre). Dunque il giornalino muore – nella sua prima versione – solo per propria colpa. È nato infatti quando sia Jumbo che Topolino avevano già imposto il nuovo linguaggio a fumetti, e con un’impostazione talmente superata che la stessa decisione di lanciarlo in edicola appare incomprensibile.

giovedì 23 settembre 2010

Tutta la verità su Rob The Rover - Lucio l'avanguardista


Ho affermato, parlando di Rob The Rover/Lucio l'avanguardista, colonna del settimanale Jumbo dal 1932 al 1938, che la serie originale inglese, opera di Walter Booth, terminò bruscamente nel 1940. L'ho fatto sulla base di una comunicazione personale di Ezio Ferraro, risalente a molti anni fa, e ho pubblicato la relativa fotocopia. Invece, a quanto pare, le cose stanno diversamente: Sergio Lama mi ha inviato infatti un'email, a questo proposito, che merita di essere pubblicata come post a sé stante.
Scrive Sergio:

È vero! La serie Rob the Rover fu bloccata, e con essa il settimanale The Sunbeam, per carenza dei rifornimenti di carta che arrivavano dall’Europa, già in guerra. Ma soltanto per gli inglesi. Il personaggio di Walter Booth, era assai noto in Europa: in Portogallo il longevo (dal 1936 al 1953) settimanale O Mosquito pubblicò una rilevante quantità delle sue tavole, ed anche in Scandinavia la saga, con il titolo Willy på eventyr (The Adventures of Willy), ebbe molti seguaci. Nel 1941, un artista danese di nome Harry Nielsen, iniziò a disegnare nuove storie di Rob, assimilando lo stile di Walter Booth in elaborate tavole con sottomarini volanti e futuristici velivoli. Harry Nielsen, che si occupò della serie fino al 1947, era un illustratore già da tempo attivo nei Paesi scandinavi.
Ma non era finita! Ancora una volta, nel 1956, le avventure di Rob, ovvero Willy på, ripresero sulle pagine del settimanale danese Famiglie Journalen, scritte da Aage Grauballe e disegnate da Tage Andersen, due autori che si siglavano Andy-Aags. Le trame delle storie virarono verso la fantascienza, con ardite esplorazioni spaziali su strani pianeti e viaggi interplanetari dentro e fuori il nostro sistema solare. Il disegno di Andersen, dopo un inizio incerto, negli ultimi anni migliorò sensibilmente, più fluido e dinamico, tanto da annoverare l’autore tra i migliori illustratori del genere.
La serie cessò definitivamente nel 1977.
Le notizie di Rob in Scandinavia sono su questo sito.



Dunque, chi l'avrebbe mai detto? L'antico, dimenticato Lucio l'avanguardista ha avuto una vita incredibilmente più lunga di quanto sospettavamo! E complessa, anche! Grazie a Sergio, che ci informa anche della pubblicazione di questa e altre notizie sul nuovoNotiziario GAF, in distribuzione nelle prossime settimane.

martedì 14 settembre 2010

Jumbo – nona parte

1935 - 2


Concludiamo dunque le vicende di Jumbo nell’anno 1935. Quelli mostrati nel post precedente non sono i soli comics americani pubblicati su Jumbo in questo anno: continuano infatti le avventure del cagnolino Flick (Pete's Pup), la serie di Clarence D. Russell che è il

martedì 7 settembre 2010

Jumbo – intermezzo

Cercando tutt’altro, ho trovato una serie di fotocopie che mi aveva spedito molti anni fa Ezio Ferraro, il proto-collezionista italiano e autore di fondamentali saggi sulla storia del Fumetto, fra cui Storia del giornalinismo italiano (Sgt: Kirk, 1969), che ho messo in linea nei primi tempi di questo blog e Lotario Vecchi Editore (Comic Art, 1974), che ho citato svariate volte. Si tratta di alcune pagine di celebri – ancorché remoti – settimanali britannici, con le tavole degli eroi di Jumbo.


Cominciamo con nientepopodimeno che la prima tavola di Rob The Rover di W. Booth, ovvero l’inizio dell’epopea di Lucio l’avanguardista. È tratta da Puck del 13 maggio 1920, ed è molto interessante notare che tutto inizia con la classica coppia orfanello/a con cane: una tradizione che negli USA ha la sua massima espressione, anche “avventurosa”, in Little Orphan Annie, nata però ben quattro anni dopo:



Il cagnetto, comunque, è già scomparso il 23 ottobre 1920, mentre...

mercoledì 25 agosto 2010

Jumbo – ottava parte

Annata 1935 - 1


Abbiamo lasciato Jumbo, il primo “giornalino” italiano, alla fine del 1934, quando Topolino era ormai lanciato e da quasi tre mesi impazzava L’Avventuroso, il giornalone nerbiniano che aveva portato in Italia la rivoluzione dei comics americani, spiazzando tutti gli editori di periodici rivolti...

giovedì 12 agosto 2010

I tre Porcellini 4 – La svolta: arriva Brick Bradford

1935 - 4


La serie Robin Hood di Charles Flanders (ma è evidente che ai disegni subentra qualcun altro, anche se le fonti americane non ne fanno cenno) dura pochi mesi. La redazione de I Tre Porcellini deve dunque inventarsi qualcosa, per rafforzare l'appeal "avventuroso" che ormai, dopo...

martedì 3 agosto 2010

sabato 10 luglio 2010

I tre Porcellini 2 – la galleria dei dimenticati

1935 - 2


Torniamo a I Tre Porcellini, il giornale che ha segnato l’ingresso di Mondadori in campo disneyano. Fino alla chiusura del Supplemento, il settimanale mantiene un’impostazione decisamente di basso profilo, con pseudo-Silly Symphonies (lucidate da varie fonti non sindacate) e i fumetti che...

mercoledì 7 luglio 2010

Topolino quindicesima parte – un singolare esperimento e il primo concorso a premi

1935 V, fine


La struttura di Topolino, come dicevamo nello scorso post, sembra ormai stabilizzata. Col n. 151, però, la redazione di Mondadori mette in atto un esperimento che ottant’anni dopo potrebbe apparire incomprensibile.



Le domenicali di Mickey Mouse, con l’irresistibile storia di Saltarello, scompaiono dalla prima pagina e vengono sostituite da una storia “naturalistica” di fantascienza con un curioso titolo, S.K.1.,opera di Guido Moroni Celsi.

Ma non basta. Sul numero 152, Topolino è scalzato anche dall’ul...

domenica 4 luglio 2010

Topolino quattordicesima parte – il grande Yambo

1935 IV


Dal n. 139 del 25 agosto 1935, la stampa di Topolino passa alla tipografia SAME (Società Anonima Mondadori Edizioni) di Via Settala, a Milano, e la tricromia un po’ pasticciata lascia il posto ai regolari quattro colori. Topolino rivedrà la tricromia molti anni dopo, ma quella è tutta un’altra storia.
In prima pagina, inizia la pubblicazione della storia di produzione domenicale conosciuta in seguito come Topolino e il canguro, che occuperà tutti i numeri restanti dell’annata e si concluderà sul n. 158 del 1936.



In ultima pagina inizia la pubblicazione di una storia italiana, la fanta...

giovedì 1 luglio 2010

Topolino tredicesima parte – l’esordio di Mondadori

1935 III

Dunque dicevamo che Mondadori subentra a Nerbini, quale editore di Topolino, con il numero 137 dell’11 agosto 1935.
Mettiamoci nei panni di uno dei lettori che quel giorno va all’edicola, senza sapere che il suo settimanale preferito ha cambiato editore. Ecco cosa trova:



La testata, disegnata da Giove Toppi, è la stessa dell’edizione Nerbini. La stampa, in tricromia, è tecnicamente uguale a quella solita, anche se più scadente rispetto agli standard fiorentini. Nerbini si serviva, nel 1935, della tipografia Vallecchi di Viale dei Mille, a Firenze; per i primissimi numeri, pur disponendo di attrezzature proprie, Mondadori si rivolge all’Archetipografia Milanese di Viale Umbria, a Milano. Evidentemente, per rendere il passaggio il meno trau...

lunedì 21 giugno 2010

Gli albi Nerbini: Topolino, seconda parte


(Seconda edizione)

Riprendiamo la nostra chiacchierata senza pretese sulla storia del Fumetto in Italia e torniamo al 1935. Abbiamo visto, in questo post, l’accordo tra Mondadori e Nerbini, in cui si prevede che quest’ultimo possa continuare a commercializzare gli albi di Topolino già editi all’agosto 1935, ma fino e non oltre l’agosto del 1938. I nove albi della serie (tranne Topolino contro Wolp) sono ristampati da Nerbini molte volte, in alcuni casi con modifiche sosta...

domenica 20 giugno 2010

A proposito di Topo e topi: un diverso punto di vista e il segreto di "Wall Disnay"



Ricevo da Claudio Gioda, grande collezionista e studioso di fumetti, nonché webmaster del seguitissimo sito e forum Collezionismo fumetti, uno straordinario contributo, decisamente dissonante, suscitato dagli ultimi due post su Gaetano Vitelli e il Trio dell'Astuzia. Oberato da impegni urgenti, mi limito intanto a impaginare qui di seguito il graditissimo contributo di Claudio, lucido e ben circostanziato, con le immagini che mi ha cortesemente fornito lui stesso. Lo commenterò adeguatamente entro un paio di giorni.

giovedì 17 giugno 2010

Intermezzo: un Topolino molto particolare e un giornale perduto…



Facciamo un flash-foward e saltiamo agli anni Quaranta.

Gaetano Vitelli è un nome che abbiamo già incontrato varie volte, negli ultimi post. È uno degli autori italiani che lavorano per Mario Nerbini, fin dal 1933, ed è attivo su tutte le testate fiorentine, sia con fumetti umoristici che “avventurosi”. È dotato di uno stile grafico particolare: semplice, essenziale, direi quasi naif, può apparire crudo e primitivo, ma è anche molto efficace.

martedì 15 giugno 2010

Topolino supplemento – quinta e ultima parte

1935




Il 1935 è, per il Supplemento di Topolino, un susseguirsi di fuochi d’artificio. Alle splendide storie del Topolino “giornaliero” di Floyd Gottfredson e collaboratori, si affiancano interessanti esperimenti di autori italiani. Un caso curioso è una piccola serie di meta-Mickey disegnati da Gaetano Vitelli:

mercoledì 9 giugno 2010

Topolino dodicesima parte – il contratto del Secolo

1935 II



Secondo la vulgata classica, all’uscita de I Tre Porcellini e soprattutto degli albi Nel Regno, Nerbini pensa di reagire all’evidente atto di forza concordato tra Disney e Mondadori conservando la testata Topolino (di sua proprietà) e pubblicandoci i soli Cino e Franco, che a suo giudizio sono il vero motivo che spinge i lettori all’acquisto del settimanale. Non si dà quindi eccessivo pensiero, anche perché in quel momento L’avventuroso viaggia alla grande e si dice – ma sempre senza il supporto di adeguata documentazione – che sfiori le 500.000 copie settimanali.

venerdì 4 giugno 2010

I Tre Porcellini 1: arriva Mondadori

1935




È una storia sostanzialmente ancora tutta da raccontare, e ciò non avverrà finché non saranno consultati e studiati – se esistono – il carteggio fra Walt Disney e Arnoldo Mondadori (o chi per lui) e gli altri documenti relativi ai contatti intercorsi tra i due nel 1934 e 1935. Materiale che – almeno in teoria e limitatamente all’Italia – giace in parte in archivi privati e in parte presso quello della Fondazione Mondadori.
Allo stato attuale della ricerca (giugno 2010), basandoci sulla biografia di Walt Disney scritta da Bob Thomas (Walt Disney, Mondadori, 1980), sul volume Album Mondadori 1907/2007 (Mondadori, 2007) e sull’antologia critica curata da Pier Francesco Listri (Il mondo di Nerbini – un editore nell’Italia unita, Nerbini Editore Firenze, 1993) sappiamo solo che Walt e Roy Disney, con le relative famiglie, durante il loro primo viaggio in Italia (1935) sono ospiti di Arnoldo Mondadori nella villa di Meina, buen retiro dell’editore, dove cementano gli accordi per l’esclusiva Disney.
Testimonianze del viaggio in Italia di Walt Disney giacciono ancora ignorate in vari archivi. Un cinegiornale, con la serata di gala al cinema Barberini di Roma, è disponibile presso il sito dell’Istituto Luce.
Forse Walt Disney si fa anche ricevere da Benito Mussolini; certo ha contatti a vasto raggio, perché il piccolo atelier è diventato, nel giro di tre o quattro anni, un’industria di portata mondiale.

mercoledì 2 giugno 2010

Topolino - undicesima parte: arriva Paperino

1935 - I


Il grande successo de “L’avventuroso” assorbe quasi completamente le energie di Mario Nerbini e dei suoi collaboratori. Il settimanale Topolino e il suo Supplemento mensile (poi quindicinale), oltre a ricevere poca cura, vengono sempre più caratterizzati come periodici per l’infanzia, a parte la pubblicazione di Cino e Franco: le tavole degli autori italiani restano ancorate allo stile Corriere dei Piccoli, con pochi tentativi di inventare storie “avventurose” a continuazione, come invece si fa sul giornalone che ospita Gordon & c.
Lo spirito avventuroso-eroico è per lo più affidato ai racconti in testo, illustrati da Giove Toppi:
 

lunedì 24 maggio 2010

Il grande Frank!


Faccio una breve parentesi. O meglio, un salto in avanti di oltre vent’anni, al 1959-60.

L’occasione è troppo importante per non coglierla subito: a Reggio Emilia, in occasione dell’imperdibile Mostra Mercato dell’ANAFI (auguri per i 40 anni!), è uscito il volume I miei fumetti, che raccoglie molte storie scritte e disegnate da Francesco Privitera, in arte Frank, fumettista romano attivo negli anni Cinquanta e Sessanta (ma anche oltre) soprattutto per l’editore Flaminia.
Il volume di Frank è acquistabile per l’irrisoria cifra di 15 euro. Oltre a recuperare dall’oblio fumetti di enorme importanza storica – e non solo – il volume si avvale di una dotta prefazione di Luca Boschi. Ecco una sola illuminante (e illuminata) pagina: