Facciamo un flash-foward e saltiamo agli anni Quaranta.
Gaetano Vitelli è un nome che abbiamo già incontrato varie volte, negli ultimi post. È uno degli autori italiani che lavorano per Mario Nerbini, fin dal 1933, ed è attivo su tutte le testate fiorentine, sia con fumetti umoristici che “avventurosi”. È dotato di uno stile grafico particolare: semplice, essenziale, direi quasi naif, può apparire crudo e primitivo, ma è anche molto efficace.
Agli inizi dell’avventura del settimanale Topolino, Gaetano Vitelli è fra i primissimi “Disney italiani”, insieme a Giove Toppi e ad Antonio Burattini. Disegna diverse tavole, sia direttamente con Mickey Mouse, sia con curiosi “cloni” del personaggio. Ma i topi e i sorcetti fiorentini di varia natura terminano bruscamente le loro gesta nel 1935, quanto la licenza Disney passa a Mondadori: i nuovi “Disney italiani”, cinque anni dopo, saranno milanesi e mondadoriani (Mauro Pinochi, Federico Pedrocchi, Nino Pagot), e anche negli anni Cinquanta, quando dopo una lunga parentesi la scuola risorgerà e si espanderà in modo straordinario, per Vitelli non ci sarà posto.
Ma l’autore, evidentemente, già prima del 1950 non si rassegna alla forzata astinenza disneyana.
Scrivo queste brevi note grazie alla collaborazione del collezionista Massimo Bonura, che mi ha fornito le immagini di alcune rarissime pubblicazioni, a cui non ho accesso. Dunque, accade che intorno al 1948, Gaetano Vitelli pubblichi a Roma, con una sigla – E.R.O.L.A. - che forse cela lui stesso come stampatore in proprio, degli albetti striscia, gli Albi del Trio dell'Astuzia, in cui appaiono, di nome e di fatto, oltre all’italianissimo Pinocchio, Biancaneve e i sette nani ma soprattutto Topolino. In tutto, pare escano diciotto numeri. Li elenca anche Gianni Bono nella sua Guida al Fumetto Italiano. A Roma, guarda caso, nel Dopoguerra si rifugia anche Mario Nerbini, e questo potrebbe indurci a ipotizzare incroci affascinanti, che però per il momento lasciamo perdere.
Sono assai curiosi, questi albetti: in parte sono creazioni originali di Vitelli, in parte sono piccoli “plagi”. Ma, soprattutto, il sorcetto che fa capolino dalla copertina riprodotta qui sopra, somiglia in modo straordinario ai Mickey “clonati” dei primissimi anni Trenta.
Si devono considerare, gli Albi del trio dell’astuzia, dei Disney apocrifi? Credo proprio di sì, perché il loro autore è Gaetano Vitelli, uno dei padri storici del Topolino made in Italy, e perché nello spirito, più che nella sostanza, questi albetti sono la prosecuzione, oltre l’abisso della Seconda Guerra Mondiale, delle esercitazioni disneyane di Via Faenza, a Firenze. Gli albi del Trio dell’astuzia sono dei fascinosi anacronismi, qualcosa che meriterebbe studiare meglio per comprendere il ruolo “sotterraneo” che ha giocato in Italia l’immaginario Disney, moltiplicato all’inverosimile, oltre che nei fumetti, nel mondo sommerso della pubblicità artigianale, dell’autoproduzione, delle insegne dei negozi, delle decalcomanie e delle pitture murali. Tutte, rigorosamente, non autorizzate dalla Casa Madre, ma di grande importanza per capire l’anima di un’Epoca.
Ma la scoperta di Massimo Bonura è ancora un’altra: sul retro dell’albo I 7 nani alla guerra e Biancaneve crocerossina, da lui recentemente acquistato, appare “la pubblicità di un albo/giornale sconosciuto a tutti e non citato nei cataloghi e da Bono, chiamato Il giornalino del Trio dell'astuzia.” Collezionisti, mettetevi alla ricerca, perché se questo giornale tornasse alla luce, sarebbe davvero un grande scoop.
Ottimo ! :)
RispondiEliminaVolevo aggiungere che l' EROLA pubblicò, forse prima delle strisce, anche dei librettini . Questa collana era chiamata '' Collezione per i più piccini'' ed c'erano titoli con Topolino, Pinocchio, Biancaneve ...
L'autore, anche se molti sono diversi, si firmò ''Aulis'' . ''Aulis'' in greco significa ''Aulide'' ( una regione) ma anche stalla per il bestaime ... Per il bestiame appunto, che si celi Vitelli ??
A presto gli scan del Topolino interno e de il libricino de ''Collezione per i più piccini'' che posseggo pure :)
Grazie,
Massimo Bonura
La notizia del giornalino era stata riportata dall' ANAF , però senza citare la fonte .
RispondiEliminaAlcuni mi suggeriscono che questo giornale poteva essere una sorta di ''collaudo'' : edire un primo numero per vedere quante rese ci poteva essere ... Il giornalino rimase invenduto e così ...
Ma questa è soltato un ipotesi che mi è stata suggerita ...
Potrebbe essere a fumetti, come le strisce, anche se il primo titolo sembra la prima puntata di un romanzo al contrario del secondo ...
Massimo Bonura
Mii… Leonardo, grazie al Sig. Bonura per questa roba *incredibile*, ma soprattutto grazie a te per il rigoroso e onestissimo approccio di ricerca.
RispondiEliminaAmmazza, qui abbiamo appena cominciato. Proseguiamo e ne vedremo delle belle.
Questo mi fa venire in mente che, più o meno nello stesso periodo, Topolino in forma altrettanto "apocrifa" (alla faccia dell'apocrifo, quando lo vedi… :P) appare come "bestiaccia" in una delle storie della "trilogia fantascientifica" di Tezuka, quale delle tre non ricordo, ma credo in "Next World" ("Il Mondo di Domani"), piuttosto che in "Lost World" o in "Metropolis".
Se riesco ti faccio una scansione…
A presto! :)
Claudio