venerdì 4 giugno 2010

I Tre Porcellini 1: arriva Mondadori

1935




È una storia sostanzialmente ancora tutta da raccontare, e ciò non avverrà finché non saranno consultati e studiati – se esistono – il carteggio fra Walt Disney e Arnoldo Mondadori (o chi per lui) e gli altri documenti relativi ai contatti intercorsi tra i due nel 1934 e 1935. Materiale che – almeno in teoria e limitatamente all’Italia – giace in parte in archivi privati e in parte presso quello della Fondazione Mondadori.
Allo stato attuale della ricerca (giugno 2010), basandoci sulla biografia di Walt Disney scritta da Bob Thomas (Walt Disney, Mondadori, 1980), sul volume Album Mondadori 1907/2007 (Mondadori, 2007) e sull’antologia critica curata da Pier Francesco Listri (Il mondo di Nerbini – un editore nell’Italia unita, Nerbini Editore Firenze, 1993) sappiamo solo che Walt e Roy Disney, con le relative famiglie, durante il loro primo viaggio in Italia (1935) sono ospiti di Arnoldo Mondadori nella villa di Meina, buen retiro dell’editore, dove cementano gli accordi per l’esclusiva Disney.
Testimonianze del viaggio in Italia di Walt Disney giacciono ancora ignorate in vari archivi. Un cinegiornale, con la serata di gala al cinema Barberini di Roma, è disponibile presso il sito dell’Istituto Luce.
Forse Walt Disney si fa anche ricevere da Benito Mussolini; certo ha contatti a vasto raggio, perché il piccolo atelier è diventato, nel giro di tre o quattro anni, un’industria di portata mondiale.

Arnoldo Mondadori, nel 1934, è già molto attivo nel campo dell’editoria popolare, libraria e periodica. Nel 1923 ha rilevato il quotidiano Il Secolo e il suo supplemento Il Secolo illustrato, che tiene per un breve periodo, prima di cederli a sua volta a Rizzoli. Nel 1929 ha lanciato I libri gialli; dal 1932 al 1935 ha dato vita ad altre collane librarie di taglio popolare, fra cui spiccano I romanzi della palma. Fra i periodici illustrati ci sono Novella, Comoedia, La donna. Per quanto riguarda il settore per ragazzi, nel 1925 Mondadori ha rilevato da Bemporad Il giornalino della domenica, facendoci confluire il preesistente Giro giro tondo; la testata termina però le pubblicazioni nel 1927. Più fortunate sono altre iniziative, come la longeva Enciclopedia dei ragazzi (1921), I romanzi de la lampada e molti libri scolastici. Nonostante ciò, manca ancora, nel carnet di Mondadori, un’offerta moderna destinata ai ragazzi, specie ora che il Fumetto si è dimostrato una carta vincente e non più un’effimera novità.
Nell’Album Mondadori (cit., pag. 137) è riprodotta una lettera del Direttore Generale della Walt Disney Enterprises – Italy, Martin, diretta ad Arnoldo Mondadori e datata 17 ottobre 1934, in cui si invita l’editore milanese a stabilire una data di incontro per definire “l’affare dei libri di Walt Disney”. Evidentemente, già prima del viaggio europeo dei Disney, Mondadori ha iniziato a intessere contatti, che non possono non avere Guglielmo Emanuel come intermediario. I primi libri illustrati Disney escono nel febbraio 1935 (vedi il saggio gratuito riprodotto in apertura di questo post) e sono I tre porcellini e Il pifferaio magico.
L’editore milanese comunque non può, senza un accordo privato con l’editore fiorentino, subentrargli sic et simpliciter nella stampa di Topolino in Italia. Ma la volontà degli americani di appoggiarsi alle ben più capaci strutture industriali di Mondadori è tale che si cerca di aggirare l’ostacolo, e in un certo modo di forzare la mano a Nerbini. Il quale è legato ancora a Disney da un contratto di esclusiva, riportato integralmente dal Listri (cit., pag. 50 e segg.) in cui si legge, però, che:

Il King Features Syndicate per sé e per Walt Disney, cede alla Casa Editrice G. Nerbini il diritto esclusivo di pubblicazione in giornale delle pagine domenicali di Mickey Mouse (“Topolino”), delle strisce comiche di Mickey Mouse (“Topolino”) in ragione di sei strisce settimanali, l’una e l’altra disegnate da Walt Disney.

I termini usati nel contratto lasciano qualche ipotetico spiraglio per i fumetti Disney che non appartengono strettamente alla serie di Mickey Mouse (come le Silly Symphonies), ed è a ciò che probabilmente Mondadori si appiglia.
La prima mossa a sorpresa di Mondadori, nel marzo 1935, è l’uscita del settimanale I tre Porcellini:


I TRE PORCELLINI. A. 1, n. 1 (15 ago. XIII [1935]) - a. 3, n. 98 (4 feb. 1937). - Milano : Edizioni Walt Disney-Mondadori, [1935-1937]. - 98 n. : fumetti b/n e color. ; 34x26 cm. - Settimanale. - Si fonde con: Topolino.

Mondadori allestisce il settimanale, ricalcato sulla struttura di Topolino, utilizzando materiale di risulta fornitogli da Emanuel; tale materiale è in parte di produzione britannica, in parte lucidato da pubblicazioni promozionali cinematografiche, in parte di altra provenienza. Un po’ spudoratamente, in testata appare proprio un Topolino “strillone”, che presenta ai lettori il trio di maialini che ha letteralmente spopolato sugli schermi, nel 1933.
Questo il contenuto del primo numero:





















I tre porcellini imita, di Topolino, anche la struttura “mista”, in cui i personaggi disneiani convivono con serie a fumetti, “avventurose” e non, di varia provenienza. Se la prima pagina è – almeno per ora – appannaggio dei personaggi delle Silly Symphonies, come ho già detto lucidati da fonti incerte, l’ultima, quasi altrettanto prestigiosa, è occupata dalle tavole domenicali di The Amazing Adventures Of Johnny-Round-The-World, scritte da William LaVarre e un po’ attardate nello stile grafico, opera di un ignoto artista del KFS. La serie, che scimmiotta i documentari scientifici della National Geographic Society e si basa sulla straordinaria novità di una macchina fotografica con obiettivo zoom, non può certo competere con gli altri fumetti della stessa agenzia americana.

Il resto del settimanale è occupato da una riduzione di un libro Disney, con illustrazioni originali dello Studio, da molti redazionali “scritti” e da una sparuta e spaurita tavola di Otto Solgow, in originale Sentinel Louie, il topper di Little King.
Ma, almeno per i primi numeri, I Tre Porcellini serve a Mondadori solo per “tenere il posto” a Topolino, destinato a cadere prestissimo nelle sue mani. La diffusione del settimanale è modesta, e lo prova anche la sua straordinaria rarità sul mercato antiquario.

8 commenti:

  1. Sai che è il disegnatore della storia piratesca di pagina 7?

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  2. No. Non so nemmeno se si tratta di un autore italiano o americano. Tu lo sai?

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  3. Ho chiesto prima io! ;P

    Presumo che sia un italiano, ma solo perché lo stile grafico e quello calligrafico si sposano perfettamente.

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  4. Una curiosita': la gag del cannone che spara "di sponda" fu ripresa pari pari da Guido Martina nella storia "Topolino nella valle dell'incanto", datata 1952.

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  5. Allora, pensa che ti ripensa, potrebbe essere Palermo, vignettista e disegnatore umoristico che dal 1936 sarà in forza al Bertoldo rizzoliano. Ma qui lo dico e qui lo nego, in attesa di potere (pant, pant!) fare qualche ricerca.

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  6. Accidenti, che memoria, Armando! Hai ragione, adesso mi ricordo anch'io qualcosa. Ovviamente Guido Martina aveva familiarità coi periodici Disney fin dagli anni Trenta. Assolutamente da approfondire è il suo ruolo in Mondadori, a quell'epoca. Mi mordo ancora le mani, pensando a quando Romano Scarpa mi (ci) esortava a intervistarlo, prima che, ahimé, fosse troppo tardi...

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  7. Non mi sembra che l'autore della pagina dei pirati sia Palermo.
    A voler rimanere tra i bertoldiani, semmai somiglia di più a Verdini (ma, in effetti, non mi sembra neppure lui).

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  8. Uhmm... Un altro del giro milanese era De Seta, ma anche lui non mi pare, anche se il genere umoristico-avventuroso è quello. Ci sono altre due tavole, sui nn. 2 e 4, sempre non firmate. Nell'ultima, che vedrò di fotografare, qualche cosa mi lascia vagamente pensare a Pagot. Che tornerebbe, come luogo e ambito.

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