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mercoledì 18 novembre 2009

BOMBOLO – CINE COMICO (terza parte)

Col n. 41, “Bombolo” cambia nome in “Cine Comico”. Dopo l’esordio italiano dei comics USA del King Features Syndicate (ottobre 1934), i fumetti inglesi diventano di colpo roba della nonna. Così anche la SAEV cerca di entrare nel nuovo mercato: lo fa soprattutto con “L’Audace”, che diventa un clone – sia pure originale – de “L’avventuroso”. Ma anche “Bombolo” non sfugge alla rivoluzione estetica e di contenuti. Vecchi, per la nostra fortuna postuma di appassionati e ricercatori, deve “accontentarsi” di fumetti forse minori, ma di enorme interesse sia storico che artistico. Le serie americane più popolari, infatti, sono state già accaparrate da Nerbini e Mondadori. I redattori, peraltro, non rinnegano gli italiani e salvano anche qualche inglese.
Il nuovo e policromo “Cine Comico” appare nelle edicole il 28 marzo del 1935: sempre di grandissimo formato, ma con ben dieci pagine invece delle otto di Bombolo. Vi propongo la parte sostanziale del menabò del fatidico numero 41, omettendo i racconti in testo e le rubriche “scritte”:



Di Boob McNutt di Reuben (Rube) Goldberg ho già detto. L'autore appartiene alla stessa scuola di Elzie C. Segar, ovvero alla seconda generazione del "pupazzettismo avventuroso" americano. Il tratto stilistico comune è una notevole carica satirica, con un segno popolaresco un po' "sporco". Le lontane origini di questo stile si trovano in George Herriman (Krazy Kat); le estreme propaggini in Robert Crumb e un po' in tutto l'underground statunitense degli anni Sessanta, fino addirittura ad Art Spiegelman. Ma se ne avverte la forte influenza anche in Floyd Gottfredson e in Carl Barks.
Cine Comico propone una lunga serie di tavole domenicali di Boob McNutt, con un robusto plot avventuroso che somiglia a un trip lisergico avanti tempo... E' paradossale il fatto che queste tavole siano virtualmente inedite negli USA, mentre su "Cine Comico" possiamo ammirarle addirittura coi colori originali delle sundays!
Boob McNutt, su "Cine Comico" chiamato Bob Mac Tutt (ma sarà anche noto come Bob Spaccatutto), accompagnerà Cine Comico fin quasi alla fine.



Cine comico pesta forte sul pedale dello sport, alla ricerca di consensi, e nel 1935 Peppino Meazza è l'indiscusso campione, il primo divo "moderno" degli stadi. Pey (?) se ne occupa a modo suo, con una tavola ancora decisamente arcaica come concezione: se ancora reggeva con gli inglesi, il confronto con gli americani, a questo punto, è improponibile...



Ecco un altro appartenente alla sopradetta scuola "segariana": è Milt Gross, autore dimenticato ma di grandissima importanza storica e di grande valore artistico. Il suo è un umorismo quasi schizoide, che anticipa il Cinema di animazione postbellico della Warner Bros., tipo Daffy Duck o Wile E. Coyote. Non si tratta certo un caso, visto che Milt Gross fu un pioniere dei cartoni animati, dirigendone poi due, a fine carriera, per la MGMSinfonie stonate è il titolo italiano della sua serie Dave’s Delicatessen.



Anche per Carlo Cossio, il confronto con i grandi comics americani si rivela - almeno per ora - impietoso. Ma, come vedremo, in pochi anni gli autori italiani sapranno, almeno in parte, adeguarsi al nuovo linguaggio.



Gli autori inglesi, sul nuovo Cine Comico, sono rappresentati da una singola serie: ma, a differenza di quelle pubblicate precedentemente, si tratta di una storia "avventurosa", come quelle pubblicate su "Jumbo": è Il corsaro di quindici anni (Blackbeard the Pirate) di John McCail.



Dulcis in fundo, la prima apparizione italiana di Braccio di Ferro (che qui ha il suo nome originale, ma che doveva chiamarsi Schiffìo). Abbiamo già detto tutto, in questo blog e in quello di Luca Boschi. Mi sono solo dimenticato di dire che già qualche anno fa il gruppo dei Jones Boys ha provato a stilare una "cronologia" di Popeye in Italia, in cui trovano posto anche le tavole pubblicate su "Cine omico": trovate tutto quanto su questo sito.
Popeye era una carta tanto valida da farci ruotare intorno tutto il settimanale, magari titolo compreso. Con i fumetti di cui sopra come contorno, forse il destino di Cine Comico sarebbe stato ben diverso  Ma, si sa, del senno di poi...