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venerdì 24 agosto 2012

Come uccidere Phantom

Ciao a tutti.
Da molto tempo non aggiorno più questo blog: mi dispiace moltissimo, soprattutto per le attestazioni di stima (tante!) che ho ricevuto.
Rompo il silenzio, nonostante i problemi e gli impegni di altro tipo che mi assillano, perché davvero non posso stare zitto di fronte a scempi editoriali perpetrati senza che nessuno (o quasi) alzi un dito per farli notare al pubblico degli appassionati, dei collezionisti e degli studiosi del Fumetto.
La casa editrice americana Hermes Press sta editando, cronologicamente e integralmente, alcune importantissime serie a fumetti "sindacate" americane degli anni Trenta e Quaranta. Si tratta di collane tutto sommato pregevoli e da acquistare senz'altro, anche perché i volumi dell'attuale "età d'oro delle ristampe" saranno con tutta probabilità gli ultimi a vedere la luce, almeno in forma cartacea. Finora sono usciti sei volumi con l'integrale delle dailies di Buck Rogers di Phil Nowlan e Dick Calkins (dall'inizio, 1929, al 1939); due volumi delle relative sundays (dall'inizio, 1930, al 1937) e quattro volumi delle dailies di Phantom (il nostro indimenticato Uomo Mascherato), di Lee Falk e Ray Moore (dall'inizio, 1936, al 1943).
Specialmente l'ultima delle collane sopracitate, non è stata esente da grossi difetti, che qualcuno (io compreso, insieme a Fortunato Latella) ha anche fatto notare. Ma proprio Fortunato ha segnalato, sul suo imperdibile blog, lo scempio perpetrato alla produzione domenicale del personaggio sul primo volume delle sundays di Phantom, attesissimo dagli appassionati e uscito assai di recente:


Il volume ha ben 208 pagine, è in carta patinata e tutto a colori. Sarebbe (condizionale!) un tomo assolutamente imperdibile.
Ora, invece di discettare sul perché e percome, a mio giudizio, Fortunato, nella sua recensione al volume, abbia detto cose sacrosante e anzi troppo indulgenti nei confronti della violenza perpetrata ai danni di queste rarissime tavole domenicali (che non si vedevano dai primi anni Settanta!), preferisco fare un copia e incolla dal volume Hermes.
Le prime due immagini che seguono, appaiono a pagina 207. Traduco letteralmente la didascalia originale:



“Nella pagina a fianco: tavola originale di Ray Moore [qui omessa] per la Domenicale di Phantom dell’11 ottobre 1942. Sopra: vignetta non restaurata dalla pagina ritagliata dai quotidiani per la stessa Sunday. A destra [sotto]: la stessa vignetta dopo un primo restauro digitale. Guardate la versione finale a pagina 197 [sotto ancora]. Notate l’area più scura sul lato destro della vignetta: questa era la parte dove la striscia era stata tagliata dal giornale e incollata su un pezzo di carta che ha provocato un maggiore ingiallimento del colore. Tutte le tracce sono state rimosse nella versione finale della striscia.”

Qui intervengo io: altroché! E perbacco! TUTTO IL COLORE è stato rimosso e sostituito da una piatta campitura digitale. Ma perché non lasciare il “primo restauro digitale”, che era perfetto? Ma che modo di ragionare è?
Perché, signori, questo è il risultato:

Guardate, in particolare, l'incarnato del povero Joe: il retino è stato ammazzato, togliendo le sfumature sul volto (e non solo). Ma tutto quanto ha perso di profondità, di "tridimensionalità".
Non basta: ecco un altro esempio di "restauro", vantato sul volume. Non riporto la didascalia, tanto dice le stesse cose.

Versione originale:


Fin qui, d'accordo: io non sono fra coloro che pensano si debba lasciare tutto come nella scansione di partenza. E questo perché l'accoppiata occhio umano-cervello è uno straordinario filtro che, sui materiali originali, fa in modo di dimenticare il pesante ingiallimento della carta e lo scolorimento degli inchiostri. Ma lo stesso miracolo non avviene sulle ristampe, anzi! Qui il miracolo lo fa proprio il computer, che usato in modo saggio e moderato, "pettina" la pesante patina e riporta la tavola allo splendore originale. Se avessi tempo, vi tesserei le lodi del meraviglioso Flash Gordon e Jungle Jim della benemerita IDW. Questo, infatti, sarebbe stato (SIGH!) il risultato, per Phantom, se il grafico si fosse fermato in tempo:

 
 
E invece, questa è la versione (BLEAH!) finale:


Giudicate voi.

lunedì 30 maggio 2011

L’avventuroso 12 (1936 - quinta parte): arriva L'Uomo Mascherato!

1936





Sul numero 101 de L’Avventuroso (13.9.1936), Mario Nerbini annuncia trionfalmente ai lettori il nuovo acquisto, fatto lo stesso giorno dell'uscita della serie negli Stati Uniti.
Nell’ultima pagina appare la prima mezza tavola del personaggio:



Si tratta delle prime due strisce, allungate e rimontate, della nuovissima serie Phantom di Lee Falk (autore anche di Mandrake) e Ray Moore, uscita negli Stati Uniti il 17 febbraio 1936:


“Paratevi, Michele!” È una delle più celebri battute delle “traduzioni” nerbiniane: rileggendo le storie de L’Avventuroso, non si resiste alla tentazione di immaginarsi i dialoghi pronunciati con uno spiccato accento fiorentino. Ricordo un’irresistibile “atto unico”, ambientato nella redazione di Nerbini, scritto da Carlo Pedrocchi, figlio del grande Federico. Il titolo era Chiappate il filantropista! Ed era fatto praticamente solo di “perle” pescate nelle traduzioni di cui sopra, involontariamente comiche.




Le strisce originali sono tratte dalla (discutibile) edizione americana edita da Hermes Press.
Lee Falk sfodera in Phantom tutto il suo talento di raffinato e ironico story-teller: le trame avventurosissime dell’Ombra che cammina sono infatti piene di un humour che non si trova certo negli altri fumetti del periodo, nemmeno in Mickey Mouse, e difficilmente in quelli posteriori:



Ray Moore è un disegnatore dal talento tutto particolare, dotato di uno stile, come dicono gli anglosassoni, “atmosferico”, pieno di fascino, anche se a tutta prima può sembrare fin troppo essenziale. Non abbiamo mai avuto dati biografici di Raymond S. Moore, nato (forse) nel 1905 e morto nel 1984: è stato fra noi fino a tempi tutto sommato assai recenti e ci mordiamo tutti le mani per non aver nemmeno cercato di metterci in contatto con lui. D’altra parte lo stesso Lee Falk, che invece è venuto spesso in Italia, ha contribuito ad alimentare l’aura di mistero che ha sempre circondato questo autore. Fu lui a mettere in giro la voce che avesse problemi di salute. Di certo sappiamo solo che Moore ha disegnato solo il periodo iniziale della serie, fino più o meno al 1942, lasciando poi strisce e tavole nelle mani di Wilson McCoy.
Phantom/L’Uomo Mascherato è un personaggio di statura mitica. È ancora oggi popolare in tutto il mondo, specie in Scandinavia e in Australia, dove è oggetto di un autentico culto. Viene spesso citato, per lo più a sproposito, come iniziatore dei supereroi: certo è fra i primissimi a indossare una calzamaglia e una maschera, e i suoi umanissimi “poteri” somigliano a quelli del Batman di Bob Kane. Ma Phantom appartiene ad un universo totalmente diverso: è un tipico prodotto di altissimo livello della syndication, che obbedisce a criteri assai diversi da quelli che governano l’editoria dei comic books.