Tre autori, attivi negli ultimi anni del Vittorioso, non sono certo da considerarsi “minori”, per quanto appartengano al gruppo che assicura al settimanale il grosso della produzione di fumetti (autoconclusivi e non).
Di Gino d’Antonio ho già scritto qua. È uno degli autori più “americani”, a proprio agio con le storie di ambientazione contemporanea. Ma è anche abile nei “kolossal” in costume, in questo somigliando un po’ al grande Gianni De Luca. L’ultimo suo exploit sul Vittorioso, prima di passare alla Bonelli (all’epoca Cepim) con la celebre Storia del West, è infatti l’epico Alessandro:
Ruggero Giovannini è stato uno delle colonne del Vittorioso, fin dalla ripresa postbellica, nel 1945. Il suo Jim Brady, pubblicato in quell’anno, è forse il primo eroe del settimanale di taglio “moderno”, che si rifà apertamente alla scuola americana del Fumetto realistico e noir. Anche lui, al crepuscolo del Vittorioso, si impegna con ambientazioni medievaleggianti. La disfida è un episodio affascinante, soprattutto per certe suggestioni “magiche”. Ma l’avventura di Giovannini, prima di passare con successo ad altri lidi (principalmente Il Giornalino, ma anche il Corriere dei Piccoli), si conclude con un “realistico” Oro Proibito:
Di Raffaele Paparella, attivo fin dagli anni Trenta, mi ripropongo di parlare più estesamente nel prossimo futuro. È fra gli autori più colpevolmente trascurati (e sottovalutati) del Fumetto italiano, e sì che è stato attivissimo, non solo sul Vittorioso – fin dai primi anni – ma anche nel giro del Fumetto “popolare”, a partire dal Pecos Bill mondadoriano del 1949. Paparella non ha neppure una pagina di Wikipedia; notizie su di lui, almeno in rete, sono assai scarne. Cercherò, come ho detto prima, di rimediare.
A proprio agio con ogni tipo di ambientazione, da quelle più moderne alle storie in costume, Paparella sa dipingere con grande abilità grandi vignette “panoramiche” dense di minuti particolari ma è maestro anche nelle scene d’azione. Gli esempi che riporto di seguito credo siano eloquenti.
Dopo la chiusura del “Vittorioso”, Raffaele Paparella, almeno a quanto mi ricordo, non pubblica più fumetti, per lo meno in Italia. C’è comunque un numero speciale di Fumetto (ANAFI), il numero 48 del 2003, dedicato al Nostro, a cui ovviamente attingerò.