A Mario Nerbini, nei primi mesi del 1933, iniziano ad arrivare gli arretrati delle tavole disneyane: sono oltre tre anni di produzione! Avendone acquistata l’esclusiva, l’editore fiorentino si trova in una situazione simile a quella di Lotario Vecchi, che per ospitare la produzione dell’Amalgamated Press ha dovuto creare altre testate, affiancandole a Jumbo. Oltretutto, Nerbini deve scontrarsi anche con l’ostilità del Direttore Paolo Lorenzini, che vorrebbe gestire il settimanale Topolino con criteri tradizionali, e che non ama affatto i fumetti. Allora decide, imitando le grandi comic sections dei quotidiani americani, di pubblicare una parte consistente del materiale in eccesso su un supplemento di grandissimo formato. Ecco dunque il Supplemento di Maggio al giornale Topolino (1933), grande come un quotidiano: