giovedì 2 dicembre 2010

La Risata-La Folgore –3

1935: arriva Red Barry – Jim il Rosso


Dal n. 37 del 30 luglio 1935, La Risata ospita un’infornata formidabile di comics americani, capace – sulla carta – di dare veramente fastidio sia a L’Avventuroso che a L’Audace.

La novità più importante è
 Jim il Rosso, traduzione quasi letterale del Red Barry di Will Gould, ancora dell’agenzia KFS. Si tratta della produzione a tavole domenicali (Sunday pages), pubblicate integralmente dall’inizio (3 febbraio 1935).

 

Le strisce giornaliere saranno pubblicate, dal 1937, su L’Avventuroso di Nerbini, che ribattezzerà il personaggio Bob Star.



Jim il Rosso-Red Barry è un concentrato di violenza: a causa di ciò, pochi anni dopo, avrà così tanti problemi, anche in Patria, da essere costretto a chiudere prematuramente. La Risata non pensa minimamente di ammorbidire tali elementi. Anzi, il fumetto di Will Gould, presentato ai lettori italiani in modo decisamente brusco, segna un cambiamento così improvviso e imprevisto delle tematiche e del tono della rivista, da risultare addirittura scioccante.




Il referente prossimo di Red Barry è Dick Tracy di Chester Gould (nessuna parentela tra i due autori), fumetto espressionista considerato uno dei vertici della comic art americana.


Gran parte dell’effetto di “crudezza”, in Will come in Chester Gould, è dato dal contrasto fra il disegno a volte “pupazzettistico” dei personaggi, sempre sapidissimo, e la resa esplicita delle scene di violenza.


Anche certi temi forti (nelle giornaliere desterà scalpore quello della pena di morte, per esempio) sono affrontati senza alcun tentativo di addolcirli.




Red Barry è amatissimo, più che dai lettori comuni, dagli autori più avanzati di tutto il mondo, specie dalla generazione che lo conosce proprio in questi anni e su queste pagine: ad esempio Damiano Damiani, che lo reinterpreterà in modo originale quando (nel 1945 e dintorni) il futuro regista farà parte del gruppo storico de “L’Asso di Picche”, cui apparterrà anche il giovane Hugo Pratt.


Echi del personaggio, un fumetto maledetto per eccellenza, si trovano in autori apparentemente molto lontani dal genere, come il francese Georges Pichard.




Il “tesoro perduto” dell'introvabile La Risata alimenta il suo stesso mito: è più un giornale per “addetti ai lavori” che un settimanale popolare. Le vendite, infatti, non decollano mai sul serio. Contribuisce al relativo insuccesso anche la mancanza della policromia, per lo meno in prima pagina. Come mai tale infelice scelta? Le edicole sono rutilanti di cromatismi azzardati e ipnotici, che sono un marcatore inconfondibile dell’estetica anni Trenta. Qui, invece, si resta ancorati ad un malinconico bicolore…

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