Mi ero ripromesso, qualche post fa, di seguire l’evoluzione, in questi anni cruciali, dei maggiori autori in forza al Vittorioso: soprattutto
Caprioli,
De Luca e
Jacovitti.
Il primo,
Franco Caprioli, è quello che cambia meno, nella storia tarda del settimanale cattolico. Già nel 1950, infatti, ha raggiunto la piena maturità artistica e uno stile molto personale, col suo caratteristico
pointillisme. Il suo tratto evolve tutto sommato molto poco, mantenendosi a livelli di assoluta eccellenza. Credo che gli esempi che riporto di seguito, siano a questo proposito assai eloquenti.
Kim, il piccolo amico, su testi di
Roudolph, è del
1950. Caprioli ormai si dedica completamente agli scenari esotici. Le storie sono di ampio respiro e gli permettono di disegnare grandi vignette dense di particolari: una visione contemplativa del Fumetto, che evoca ritmi lenti e un senso del meraviglioso che solo Gianni De Luca, in modo assai più drammatico, quasi “nevrotico”, può emulare:

Del
1951 è
Aquila Maris, stavolta su soggetto di
Belloni, vero e proprio
Kolossal storico che si pone dichiaratamente sulla scia di certa cinematografia di genere
peplum, soprattutto l’hollywoodiano
Quo Vadis di
Mervyn LeRoy, uscito nelle sale quello stesso anno:

Le prime puntate sono ben poco movimentate, decisamente didascaliche, ma la storia prende quota ben presto, con memorabili scene “panoramiche” e anche d’azione:
Aquila Maris ha un notevole successo, e nel 1953 si replica con
Hic Sunt Leones, ancora un
kolossal di ambiente antico romano e paleocristiano:

Nel 1954 appaiono due storie di ambiente western, interpretato in chiave filologica e molto personale dal Maestro di Mompeo. La più interessante, dal lato grafico, è
Il segreto del Pugnale, parte di un ciclo più ampio. Cosa notevole, stavolta non è indicato il nome di uno sceneggiatore, per cui quasi certamente i testi sono dello stesso Caprioli:

In quel periodo, Caprioli inizia a lavorare alle illustrazioni di un trattato di antropologia e archeologia, il
Viaggio attraverso la preistoria di
Mario Bianchini. Il libro sarà poi edito con la parte grafica – che costituisce la maggior parte dell’opera – assai mutila e fortemente penalizzata da un’assai discutibile colorazione:

Intanto, però, la grande passione per gli studi naturalistici, archeologici ed evoluzionistici, ispira a Caprioli una bellissima – e singolare – storia-saggio,
Una strana avventura, che curiosamente Il Vittorioso pubblica in bianco e nero e in piccolissimo formato. Colpa di temi non graditissimi alla redazione?