1935 - 2
Concludiamo dunque le vicende di Jumbo nell’anno 1935. Quelli mostrati nel post precedente non sono i soli comics americani pubblicati su Jumbo in questo anno: continuano infatti le avventure del cagnolino Flick (Pete's Pup), la serie di Clarence D. Russell che è il
topper (uno dei tanti) di Pete The Tramp, pubblicato col nome di Saltafossi sul settimanale Rin Tin Tin dello stesso Vecchi.
topper (uno dei tanti) di Pete The Tramp, pubblicato col nome di Saltafossi sul settimanale Rin Tin Tin dello stesso Vecchi.
Le sapide tavole di Fortunino (Fortunello) di F. Burr Opper, si alternano al topper And Her Name Was Maud, ovvero La Peppa, la terribile mula calciante che in queste tavole ha come coprotagonista un singolare elefante nano:
Dispongo della tavola originale di Maud del 27 marzo 1932, pubblicata sul n. 126 di Jumbo, e il confronto con la versione stampata in Italia può essere interessante:
Una delle due sole concessioni all’avventura, su Jumbo 1935, è Broncho Bill di Harry F. O’ Neill, che qui, dal numero 118, è ribattezzato Terror Bill. La pubblicazione inizia in sordina, nelle pagine interne, con tavole quasi “striscianti”:
Numero dopo numero, aumenta lo spazio riservato al piccolo cow boy splendidamente disegnato da O’ Neill:
Un novità importante è la pubblicazione, dal n 141, de La famiglia Coniglioli, ovvero Peter Rabbit di Harrison Cady:
È curioso, per Jumbo come per Cine Comico, di cui abbiamo già parlato abbondantemente in passato, che queste chicche americane vengano pubblicate in modo disordinato e quasi nascosto, mentre i monotoni e imbalsamati Bruin Boys occupano costantemente, almeno fino al 1938, la prima pagina del settimanale. D’altra parte, negli anni Trenta, anche altri editori, non solo italiani, seguono questa strana prassi. Che dire, infatti, del francese Robinson, che pubblica Gordon e gli altri grandi eroi de L’Avventuroso ma che fa dei Katzenjammer Kids di Rudolph Dirks (i nosti Bibì e Bibò) la bandiera del giornale, in prima pagina?
Su Jumbo, il caso vuole che si pubblichi in questo periodo proprio la versione britannica dei suddetti Katzenjammer Kids, ovvero Due gemelli e uno zio, originariamente The Bunsey Boys:
Dal n. 143 lo spazio riservato a Lucio l’avanguardista e a Colomba Bianca viene temporaneamente ridotto:
D’altra parte con Gordon e Mandrake sul mercato, chi se li fila più? Eppure Vecchi insiste con gli inglesi, pubblicando sia tavole umoristiche, come Charlot (disegnato probabilmente da Albert Thacker), che serie avventurose di scarso interesse anche come Verso l’ignoto (che proviene dal già chiuso settimanale Tigre Tino, sempre di scuderia SAEV) o Piccoli avventurieri, tutti di attribuzione quanto meno incerta:
Più interessante, ma attardatissimo, è Italo Ardenti, ragazzo poliziotto il cui nome cerca – come in tanti altri casi – di ingraziarsi il Regime. Inutilmente, come vedremo in seguito: la SAEV è anzi già sotto il mirino dei censori, e Lotario Vecchi non può nemmeno vantare amicizie politiche.
Tornano, timidamente, anche alcuni italiani: Carlo Cossio è con tutta probabilità l’autore di esili storielle come I pifferi della Pampa:
Carlo Cossio firma anche un tentativo di imitazione degli inglesi con Il segreto di Menelik, storia “avventurosa” coloniale che a suo modo celebra le guerre imperialiste del Fascismo: d’altra parte è già iniziata una campagna di aperta ostilità da parte degli educatori italiani nei confronti della nuova stampa periodica per ragazzi, che nel 1938 porterà ad estreme conseguenze. Per ora, Vecchi ritiene sufficiente far professione di fascismo militante, con questo ed altri mezzucci che convincono poco:
La cronaca italiana è coperta da Jumbo anche in altri modi. Caratteristica peculiare dei periodici SAEV e l’offerta di continui “strepitosi” omaggi, inserite nelle copie dei suoi giornalini: oggetti poveri, senza dubbio, ma che ottant’anni dopo hanno il fascino dei reperti archeologici:
Gli “omaggi” dei periodici SAEV saranno in seguito la disperazione dei collezionisti, perché quasi sempre assenti dalle copie dei fascicoli reperite in antiquariato. I più ricercati, oggi nel 1935 come ottant’anni dopo, sono i volumetti dedicati agli eroi dello sport, come Learco Guerra (offerto sul n. 126) o il grande Peppino Meazza (sul n. 129). Non dispongo di quelli, ma come esempio ho il libretto dedicato a Mario Pizziolo, aggiunto come omaggio al n. 111 di Rin Tin Tin. Ne parleremo comunque a suo tempo:
Il colpo di coda “avventuroso” di Jumbo, alla fine del 1935 è comunque la pubblicazione delle tavole domenicali di Ming Foo di Nicholas Afonsky. La vicenda artistica di Afonsky, artista di livello eccelso, è molto interessante: fuoriuscito russo dopo la rivoluzione d’ottobre, raggiunge gli Stati Uniti nel 1917 e inzia molto presto a collaborare con il gruppo editoriale di Hearst. Nel 1934 è il disegnatore della tavola domenicale di Little Annie Rooney, creata dall’altrettanto bravo Darrell McClure, con una continuity separata da quella delle strisce giornaliere e in cui appaiono due personaggi comprimari che danno alla serie una sterzata avventurosa: il principale è proprio il saggio cinese Ming Foo. Il quale, nel 1935, si distacca dalla serie principale (uno spin-off) e diventa titolare di una serie autonoma, battezzata col suo nome. È questa ad essere pubblicata su Jumbo, col titolo La fiamma di ghiaccio:
La serie sarà poi ripresa da Nerbini, che la ribattezzerà La rondine dei mari. E' singolare che la lettura di queste affascinanti tavole presenti dei "salti", da una puntata all'altra, come se ci fossero delle giornaliere a continuazione. Ma è ormai assodato che tali strisce non esistono.
Per il resto, Jumbo si arrabatta come può: viene bandito un nuovo concorso, ma ormai siamo nel dicembre 1935, e adesso tocca ad altre novità, ancora di casa SAEV: novità epocali, con un settimanale-mito che, in un certo senso, è ancora in edicola nel 2010, pur sotto un altro nome. Beh, è tirata per i capelli: vedremo fra non molto.
Cercavo Franco Chiletto su "Jumbo": help me, please!!
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