Le tavole domenicali di Mickey Mouse appaiono finalmente sul numero 7 di Topolino, che in un certo senso è il vero primo numero del settimanale. Il ritratto di Minnie è dunque la prima storia a fumetti “originale” di Topolino pubblicata in Italia:
È forse lo stesso direttore
Paolo Lorenzini a confezionare delle strofette in rima, sullo stile del
Corriere dei Piccoli. Per fortuna, si decide di non modificare le tavole originali, lasciando al loro posto i
balloons: si rivelerà una mossa vincente e di enorme portata storica. Non si tratta infatti di “nuvolette” residue, come dimenticate (era già accaduto altrove, perfino su
Jumbo), ma anzi viene rispettato il
linguaggio per immagini originale, e sono le didascalie ad apparire inutili, anche al lettore d’epoca.
Notate come il nome “
Minnie” sia stato lasciato nella versione originale del
lettering. Chissà chi erano il
traduttore e soprattutto l’abile
calligrafo…
In attesa che arrivino altre tavole e strisce dagli Stati Uniti (per nave, ovviamente), Nerbini commissiona ad alcuni autori italiani altre tavole apocrife, ma stavolta autorizzate da Walt Disney. Sono Buriko e Vitelli i primi Disney Italiani in piena regola, con tanto di… certificato DOC:
Da notare che l’autorizzazione formale proviene ancora dal King Features Syndicate, che rimarrà il distributore delle strisce e delle tavole Disney.
Lino il Topo non è il solo...
mutante disneyano ospitato nei quattro numeri del settimanale che precedono l’arrivo trionfale del “vero” Mickey Mouse. Abbiamo, affidati a diversi disegnatori,
Rodilardo e Topinetta e
Sorcettino (compare di Pisellino):
Ed è irresistibile il “Sorci Jazz” di Giove Toppi, sul numero nove:
Il jazz, altra grande moda degli anni Venti e Trenta, sinonimo di novità, di libertà, di America e di aria frizzante (di contro alle cupezze di adunate oceaniche e di sabati fascisti) è presente spesso, in questi anni, su Topolino e altrove. Ecco ancora Sorcettino di Vitelli:
È anche l’epoca del primo
Jazz italiano. La foto che segue me l’ha data
Anna Maria Pivato, titolare della straordinaria etichetta
Riviera Jazz Records, che ha
salvato, letteralmente, tesori musicali straordinari, e ritrae la leggendaria orchestra
Blue Star di
Pippo Barzizza al
Grand Italian di
Genova. Si sarà capito che il jazz è il mio secondo amore, e magari prima o poi allestirò un blog anche per lui, facendo concorrenza al mio amico
Luca Conti…
Topo Lino, Sorcettino & c., naturalmente, impallidiscono di fronte al genio disneyano e a Floyd Gottfredson, Al Taliaferro e collaboratori:
Quella che segue è la prima apparizione di Pippo! (Dippy Dawg, poi Goofy):
Ma nonostante l’epocale novità delle strisce e delle tavole americane, il settimanale non muta rotta e mantiene l’impostazione un po’ raffazzonata dei primi numeri. Evidentemente, nonostante Gottfredson e collaboratori, con fumetti che sono trent’anni avanti rispetto agli inglesi di Jumbo, le vendite non premiano affatto il nuovo settimanale. Sul mercato collezionistico, i primi sei numeri sono davvero introvabili, ma anche quelli successivi, ancora fino a gennaio 1934, restano di difficilissima reperibilità: segno che erano molto poco diffusi.
Nel n. 2 di Topolino abbiamo visto
Pisellino, un personaggio di
Buriko (
alias Angelo – o
Antonio –
Burattini). Mi piacerebbe fornire qualche dato biografico su questo autore, ma sembra davvero impossibile trovare qualcosa: non ne parlano, tra l’altro, nemmeno
Paola Pallottino e
Antonio Faeti. Molte altre tavole di
Pisellino vengono pubblicate nel corso del 1933, e anche in seguito. Sono cose ovviamente lontanissime, sotto ogni aspetto, dagli stimolanti
comics di Gottfredson, ma niente affatto disprezzabili, a volte perfino con un vago accenno di
ricerca formale:
Fra l’altro
Pisellino sarà il protagonista di uno dei primissimi “
albi” di Nerbini, ovvero i leggendari fascicoli aperiodici che raccoglieranno le storie pubblicate a puntate sui settimanali: li vedremo presto.
Pisellino, nel 1933, fatte le debite proporzioni, è un po’ la
seconda star del giornale. Nel 1939 avrà addirittura l’onore di un
settimanale intitolato a lui, dalla vita travagliata. Per ora è il primo
funny animal italiano, più o meno contemporaneo del
Formichino di
Roberto Sgrilli, pubblicato sul
Corriere dei Piccoli. Ma rispetto a quello, Pisellino sarà il protagonista di autentiche e lunghe – ancorché molto ingenue –
storie avventurose, ispirate ai classici disneyani ma originali per stile e per le atmosfere provinciali, quasi
strapaesane. Ma anche di questo riparleremo, spero presto.