Il periodo
dal 1948 al 1954, per il settimanale cattolico, è probabilmente il più bello e ricco della sua intera storia. In questo periodo giungono a piena maturazione i talenti dei più grandi autori della scuderia: da
Craveri a
Jacovitti, da
Caprioli a
De Luca. Anche dal punto di vista redazionale, il periodico è denso di rubriche giornalistiche e di grandiose tavole fuori testo, fra cui molte delle migliori “
panoramiche” di Jacovitti e le ricercate “anticipazioni scientifiche” di
Caesar.

Le pagine, già dal numero 43 dell’ottobre 1950, salgono a sedici, e la stampa, su carta opaca di prima qualità, è sempre perfetta.Ma i germi della crisi nascono proprio nel momento di massimo successo della testata. Il nemico n. 1 del Vittorioso, mentre si avvicina la metà degli anni Cinquanta, non è più la stampa a fumetti “pericolosa”, ma qualcosa di molto più temibile, e che soprattutto non si può combattere ad armi pari. Nel 1953, infatti, iniziano le trasmissioni della
Televisione Italiana:

Un bell’articolo di
Ugo Sciascia (ve lo ricordate?), nel 1954, illustra la novità. Ma se a quell’epoca la
TV è ancora un passatempo per pochi ricchi, in capo ad un paio d’anni l’apparecchio radiotelevisivo diventerà una presenza quasi ubiquitaria, e i fumetti, in generale, perderanno gran parte del loro
appeal presso il pubblico giovanile. Intendiamoci, niente a che vedere con quello che accadrà dagli anni Settanta in poi, ma le avvisaglie, specie nell’anno di
Lascia o raddoppia? ci sono tutte, e
Jacovitti se ne fa interprete, proprio nel 1955:

La trasmissione del compianto
Mike Bongiorno inizia il 26 novembre, la copertina di Jac è del 22 settembre: profetico, davvero.Ma le cose sono iniziate a peggiorare già l’anno precedente. Nel 1954, infatti, diminuiscono, in percentuale, le storie dei grandi e popolari autori, mentre appaiono (ed è la prima volta, dall’Anteguerra) anche opere di dubbio valore, che sanno tanto di riempitivo. D’altra parte è in atto anche un ricambio generazionale, testimoniato anche da malinconici addii di
figure-simbolo del settimanale. Significativa è la lettera che
Gino Bartali scrive ai lettori del Vittorioso in occasione del suo addio allo sport, il 20 marzo 1955:
Bartali era stato vicinissimo al giornale, come abbiamo visto, fin dal 1937. L’anno precedente,
Caesar l’aveva ritratto insieme al suo arcirivale
Fausto Coppi, destinato a una fine tragica pochi anni dopo, ma adesso davvero “solo al comando”:

Alla fine del 1955, viene deciso il passaggio alla stampa in
rotocalco, che porta a un notevole peggioramento della resa grafica generale: ne soffrono soprattutto il tratto raffinato di
Caprioli e le cromie di
Caesar. Contemporaneamente, la foliazione passa a ventiquattro pagine, ma senza un aumento qualitativo generale dei contenuti. Ne guadagnano solo alcune belle copertine a mezzatinta, rese possibili dalla nuova tecnica di stampa:

Interessante, in questo periodo, forse proprio sull’onda della montante TV e nello spirito di una ricerca del benessere ancora lontana dal boom economico, ma già avvertibile, la curiosa “sponsorizzazione” di alcune tavole a fumetti, far cui una sorprendente “
panoramica” del grande Jac:
Chi è l'autore della copertina del n.50 (1955)?
RispondiEliminaNon mi sembra affatto Caesar...
Certo Caesar non è... E secondo me nemmeno De Luca. Forse Boscarato? Ce n'è una assai simile, come tratto, firmata, che magari posterò prossimamente.
RispondiEliminaCiao!
Ciao!! dove posso provare il valore di mercato del Vittorioso dall'anno 1956 al 1959???
RispondiElimina@ Anonimo: purtroppo non sono più al corrente, da anni, dei reali prezzi di mercato. Rivolgiti allo Studio Bibliografico Little Nemo di Sergio Pignatone, a Torino, che senza dubbio saprà darti indicazioni precise. Ciao!
RispondiEliminaA chi posta offerte o richieste di vecchi fumetti: non pubblico numeri di telefono privati, scusatemi, e in genere preferisco non fare un "mercatino" nei commenti. Vi invito caldamente a iscrivervi al forum Vintage Comics (link a lato), dove esiste un'apposita sezione. Grazie!
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