A Mario Nerbini, nei primi mesi del 1933, iniziano ad arrivare gli arretrati delle tavole disneyane: sono oltre tre anni di produzione! Avendone acquistata l’esclusiva, l’editore fiorentino si trova in una situazione simile a quella di Lotario Vecchi, che per ospitare la produzione dell’Amalgamated Press ha dovuto creare altre testate, affiancandole a Jumbo. Oltretutto, Nerbini deve scontrarsi anche con l’ostilità del Direttore Paolo Lorenzini, che vorrebbe gestire il settimanale Topolino con criteri tradizionali, e che non ama affatto i fumetti. Allora decide, imitando le grandi comic sections dei quotidiani americani, di pubblicare una parte consistente del materiale in eccesso su un supplemento di grandissimo formato. Ecco dunque il Supplemento di Maggio al giornale Topolino (1933), grande come un quotidiano:
Chiedo scusa per il pessimo stato di conservazione del primo numero, ma in questo blog non si pubblicano ristampe: troppo infedeli, quasi sempre sballate nella colorimetria, approssimative nella resa dei neri. Meglio un catorcio di questo genere, ma genuino.
In prima pagina c'è l’inizio dell’episodio domenicale noto col titolo Topolino contro Wolp: gran parte delle tavole verranno pubblicate in ottobre sull’albo omonimo; altre, come abbiamo visto, appaiono sul Topolino settimanale. Ci sono ancora le strofette in rima, ma da pagina due si cambia registro:
La sensazionale storia di pagina 2, senza più inutili didascalie, sarà in seguito nota col titolo Topolino e Orazio nel Castello Incantato. Nerbini non va per il sottile, e parte in media res. Fino al 1970 e al “Topolino d’oro”, non sapremo come inizia in realtà la storia. Ma trovare Topolino e Orazio immersi da subito in un’atmosfera sospesa tra magico e horror, con richiami diretti al ciclo di Frankenstein di James Whale e con alcune delle migliori scene d’azione di tutta l’epopea, catapulta i lettori italiani in un mondo di forti suggestioni che fino ad allora non avevano sperimentato.
È sul Supplemento, e non su Topolino, che vengono pubblicate, per la prima volta, storie leggendarie come questa, o come Topolino e Piedidolci cavallo da corsa – quest’ultima nell’unica veste integrale, almeno fino agli anni Settanta – Topolino poliziotto e Pippo suo aiutante e altri celeberrimi episodi. Ma il supplemento è poco diffuso, e per molti anni questi classici verranno considerati apparsi in albo per la prima volta.
La cosa essenziale del Supplemento è che cadono tutti i paraventi educativi: non c’è nemmeno un rigo di editoriale, né si spiega che rapporto ci sia tra questo enorme foglio piegato in tre e il settimanale “regolare”. Un mese dopo esce il secondo supplemento:
La periodicità resta mensile per tutto il 1933 e parte dell’anno successivo, poi passa approssimativamente a quindicinale, e i fascicoli escono numerati con cifre-bis. In tutto, compresi i tre ultimi numeri editi da Mondadori nel 1935, sono 42 fascicoli. Alcuni filologi inseriscono nella serie l’albo Topolino contro Wolp (di cui parleremo più avanti), ma allora dovremmo comprendervi anche molti altri albi Nerbini dei primi anni, che escono, appunto, come supplementi a Topolino. A mio parere, il “Topolino Supplemento” (così si è sempre chiamato, fra i collezionisti) è composto dai canonici 42 numeri, omogenei per contenuti e formato.
Ecco la sintetica scheda bibliografica:TOPOLINO. Supplemento. - 1° suppl. (maggio 1933) - n. 141b (8 set. 1935). - Firenze : Casa Editrice Nerbini, [1933-1935]. - 42 n. : fumetti b/n e color. ; 56x40 cm. - Mensile, poi quindicinale. - Formato dal 3° suppl. (25 giu. 1933): 53x35 cm; dal n. 113b (24 feb. 1935): 44x32 cm. - Luogo ed editore dal n. 137b (11 ago. 1935):Milano : Walt Disney - Mondadori. - Suppl. a: Topolino.
Il Topolino Supplemento è stato per decenni un mito, una chimera. Più raro (forse) dello stesso Topolino giornale, veniva venduto e scambiato tra i collezionisti degli anni Sessanta e Settanta addirittura in fotocopia. Il formato è per i primi due numeri di ben 56 x 40 centimetri, il maggiore mai adottato da una pubblicazione a fumetti: assai più grande di un quotidiano dei nostri tempi! Poi passa a 53 x 35 e infine ad ancor mastodontici 44 x 32 cm. Eccolo a confronto con un numero del Topolino “libretto”, perché possiate farvi un’idea delle sue incredibili dimensioni:
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