Troppo spesso si tralascia, anche nel caso di ristampe e riedizioni, di giudicare aspetti a torto ritenuti secondari, come qualità della stampa e adeguatezza della carta. Eppure la leggibilità di un’opera può cambiare drammaticamente, al variare di questi fattori tecnici, influenzando pesantemente il giudizio estetico che può darne, specialmente, un lettore nuovo. Ebbene, posso confrontare direttamente il Don Chisciotte di Lino Landolfi non con la prima edizione sul “Vitt” (che non possiedo), ma con il bel volume – introvabile, credo – targato Comic Art ed edito negli anni Settanta, prendendolo come “riferimento”.
Ebbene, la carta dell’edizione NPE è di ottima grammatura, senza effetti di “trasparenza”; la stampa del nero (che in questo fumetto è tutto) è di ottimo livello, benché non si tratti di un “nero assoluto”: ma purtroppo questo è uno scotto da pagare alle nuove tecniche di stampa. Per fortuna non c’è traccia di bassa definizione, di linee impastate o “spezzettate”, come purtroppo capita spesso di trovare anche in opere più ambiziose. Quel che rende il volume attuale superiore a quello Comic Art è senz’altro l’apparato critico-informativo: sia il saggio di apertura di Gianni Brunoro che quello di chiusura e la biblio-fumettografia, rendono il tomo assolutamente imperdibile, per chi vuole iniziare – e direi che ce n’è bisogno – un percorso di rivalutazione dell’opera di Lino Landolfi.
Quindi rinnovo l’invito: correte a comprare il volume: non solo ne vale ampiamente la pena, ma è bene incoraggiare l’attività della NPE. Per vie traverse, vengo infatti a sapere che non solo Andrea Mazzotta e il resto del team andranno avanti con l'opera di Landolfi (un secondo volume sarà presentato alla mostra di Napoli!), ma che ci sorprenderanno anche con iniziative decisamente inaspettate…
Evviva! Evviva!
RispondiEliminaSono lieto che il libro sia soddisfacente (anche perché, ormai, l'avevo già ordinato...), come anche che ci sarà un seguito :))