martedì 12 gennaio 2010

Il Vittorioso 1962-1966: grande giornalismo per ragazzi



Probabilmente, dopo il 1962, è la proprietà del Vittorioso ad impedire alla redazione di tornare agli antichi fasti fumettistici: d’altronde un cambiamento radicale è alle porte, e si respira aria di smobilitazione. Domenico Volpi e il suo staff investono tutte le energie nella parte redazionale, che si fa sempre più agguerrita, moderna e sorprendentemente avanzata, sia dal punto di vista giornalistico che da quello morale e sociale. Non viene persa occasione per sottolineare l’importanza della memoria storica recente, con una eccellente “copertura” di ricorrenze fondamentali come il 25 aprile e la firma della carta costituzionale.








È davvero notevole che l’articolo riprodotto qui sopra sollevi una polemica a cui i redattori non si sottraggono affatto. Notate l’alto livello di civiltà della seguente nota redazionale, quasi certamente scritta da Volpi:




Quale altro giornale per ragazzi, nel 1965/66, dimostrava una simile coscienza civile? Lo farà solo il Corriere dei Ragazzi, diversi anni dopo, in un contesto radicalmente mutato.

Il Vittorioso, giornale cattolico e ritenuto a torto o a ragione “di destra” (certamente non si sottrae alla logica dei gruppi contrapposti, in epoca di guerra fredda) affronta con coraggio anche pagine nere della storia sociale italiana:



Naturalmente, viene privilegiato il lato ottimistico della cronaca, con ampio spazio – com’è del resto sempre stato – all progresso tecnologico e scientifico. Ma lo si fa sempre con grande sensibilità e intelligenza.







Nel 1964, si comincia a parlare di Luna: l’ufficio stampa della NASA inonda le redazioni di tutto il pianeta con particolari già avanzati sul progetto Apollo. Il Vittorioso non si limita a generiche valutazioni, ma offre ai propri lettori informazioni reali e documentate: un anticipo di ciò che vedremo, ahimè non più sul Vittorioso, nel luglio del 1969:
 


La tragedia della guerra nel Vietnam, lacerante per le coscienze non solo americane e foriera di terribili divisioni ideologiche in tutto il mondo non è affatto ignorata: Franco Caprioli, proprio agli inizi del dramma, è incaricato di dare quanto meno le coordinate geografico-politiche:



2 commenti:

  1. mi pare che nell'affrontare l'arogmento del referndum si scenda ad un livello di polemica degno delle gazzarre partitiche. il repubblicanismo della redazione è evidente, si potyeva rispondere con altro tono, ed evitando di mentire. infatti le proteste e contestaizoni dei monarchici al suppsoto broglio ci furono eccome, e tuttora non è chiaro se il conteggio fu pulito. preciso che non sono un filosabaudo. edgar

    RispondiElimina
  2. Caro Anonimo Jan, che-- mi si dice-- non sei Lele come avevo erroneamente supposto.
    Penso anche io che il redattore capo Domenico Volpi non operasse in assoluta autonomia in relazione all'impostazione delle parti scritte de "Il Vittorioso".
    Anche per la politica seguita nei confronti dei disegnatori credo che verosimilmente fosse la proprietà a dettare legge.
    Per entrare nei dettagli: all'inizio del 1964 Franco Caprioli scompare dal settimanale dell'AVE.
    Non certo, io penso, per scelta personale.
    La proprietà inizia a diminuire il personale, disegnatori certo meno abili ed esperti rimangono, Caprioli no.
    Perché mai questa scelta??? dopo che nel 1958 al povero Caprioli fu imposto di lasciar perdere la sfumatura a puntini, non gradita in Francia, nazione verso la quale L'AVE mandava moltissimo materiale fumettistico.
    Luci ed ombre, non solo sulla ideologia/e veicolata dall'Azione Cattolica.

    RispondiElimina