Se qualcuno è passato recentemente da queste parti, mi scusi per la prolungata assenza. Dal prossimo post affronterò la prima (dal punto di vista topografico) delle mie collezioni di autentico “antiquariato”, e ne avremo per un po’ di tempo. Ma credo sia giusto terminare con alcune altre cosette contenute in quest’ultimo scaffale. Degno di nota, oltre a quelli di Ferraro, è un altro supplemento di Comics:
Si tratta di una serie di interessanti schede sul Fumetto britannico, redatte da quell’eccentrico ma acuto storico dei comics che fu Denis Gifford. Il fumetto d’Oltremanica classico, se si eccettuano alcuni mostri sacri come Dan Dare e Jeff Hawke (che vedremo anche noi, più in là), è stato sempre trattato sbrigativamente, dalla critica non solo italiana. Le schede di Gifford, dedicate principalmente alla produzione d’anteguerra, negli anni Settanta furono molto popolari tra i collezionisti, perché gettarono un po’ di luce sui fantomatici fumetti britannici, pubblicati principalmente sulle testate dell’editore Vecchi (col marchio SAEV) fra il 1932 e il 1938. Il testimone fu poi preso da Ezio Ferraro, che pubblicò alcuni articoli su Il fumetto, la rivista dell’ANAF (oggi ANAFI). Come vedete, “tutto si tiene”, come si dice, in questo scaffale.
La rivisitazione storico-critica e il collezionismo delle testate a fumetti degli anni Trenta e Quaranta, ispirò anche alcune mostre antologiche e monografiche. Questa è la copertina di una esposizione tenutasi nel 1985 a Firenze, nei locali del GAF, Gruppo Amici del Fumetto, associazione che editava anche l’indimenticabile prozine Exploit Comics.