1935
Flash Gordon è stampato bene, su L’avventuroso (benché, come abbiamo visto, ricolorato), fino alla metà del 1935. Poi subentra qualcosa, un peggioramento tipografico che va di pari passo con i cambiamenti nella tecnica di disegno di Raymond. L’autore infatti passa dal pennello al pennino e viceversa, e per un breve periodo sospende addirittura Jungle Jim e modifica radicalmente la “gabbia” di Gordon. Inoltre Raymond aggiunge delle mezze tinte, in gergo anglosassone il dry brushing: continue sperimentazioni grafiche che soffrono maledettamente della stampa nerbiniana, fascinosa ma tutto sommato approssimativa. Il peggioramento della resa tipografica, tra maggio e agosto, mi sembra evidente:
La tavola del 2 dicembre 1934, pubblicata su L’avventuroso n. 32, è la prima che Raymond, insoddisfatto della cromia piatta (per l’epoca!) colora da sé (cfr. Robbins, cit., pag. 35), sperimentando una tecnica a tempera, sfumata e “tridimensionale”. Ovviamente, nonostante qualche tentativo redazionale, tutto ciò non sopravvive alla ricolorazione nerbiniana:
Ecco la tavola originale (scusate per la bassa qualità della scansione):
Ming, l’arcicattivo, ha pose singolarmente vicine al Mussolini massmediatico, che è difficile credere siano sfuggite all’occhiuta censura fascista:
Gordon è indubbiamente la star de L’avventuroso, e lo rimarrà fino alla sua forzata sospensione, alla fine del 1938, ma non è il miglior fumetto pubblicato sul settimanale fiorentino. Come ho già detto, Radio Patrol di Sullivan e Schmidt è, a mio avviso, la serie meno invecchiata, ottant’anni dopo. Almeno fino al 1938, è un noir perfetto, a livello delle coeve produzioni cinematografiche e perfino letterarie:
Radio Patrol ha anche scene di inaudita violenza, per il 1935:
Raymond ha avuto piccole e grandi modifiche di stile per tutta la sua carriera.
RispondiEliminaLe piccole avvenivano anche ogni mese.
Le grandi erano meno numerose.
FLASH GORDON inizia in stile "Tarzan" (quello fosteriano dell'episodio egiziano) e poi Raymond adotta lo stile di Matt Clark.
E a Matt Clark che dobbiamo sia il "pennello secco" che la peculiare "colorazione 3D".
Confrontiamo quest'illustrazione di Clark
http://img52.imageshack.us/img52/9624/mattclark.jpg
con la terza vignetta della tavola originale postata (e lo stesso gioco potremmo farlo con vignette di X-9 o JUNGLE JIM del medesimo periodo).
Circa la posa mussoliniana (ma era piuttosto Mussolini ad assumere pose "antico romane", come il cenno dell'adlocutio, il saluto a palmo teso, le aquile, i fasci littori...), come si può vedere, era già in Clark e, francamente, la vedo come una semplice posa imperiosa (in una scena originalmente "antico romana"), che dubito avrebbe potuto mettere in allerta qualche burocrate di regime.
Un secondo motivo di riflessione viene dalla RADIO PATROL.
Per essere precisi, dalla violenza in RADIO PATROL... e in X-9 (più di 15 omicidi solo nel primo episodio), RED BARRY etc.
La vulgata vuole che W.R. Hearst richiese di ammorbidire la violenza nei titoli della KFS dietro pressione della sua compagna (l'attrice Marion Davis).
Tuttavia, a parte l'ultimissimo periodo di RED BARRY, io questa attenuazione della violenza non l'ho mai notata.
La butto lì: non si tratterà della solita panzana poi ripresa ovunque come verita divina? (magari nata nel 1970 dalla famosa intervista a Will Gould su Graphic Story Magazine #11).
Ciao, Fortunato!
RispondiEliminaSplendido esempio di ispiratore raymondiano, quello di Clark. Grazie! Mi fa sempre un po' effetto vedere questi "debiti" del grande Alex, fin dal tempo in cui scoprii i suoi quasi ricalchi dal Tarzan di Foster (un articolo che pubblicai su "Il fumetto" due vite fa).
Hai ragione, la posa di Ming non è tanto mussoliniana quanto - semplicemente - retorica. però è per lo meno curioso pensare che in questo fumetto ci siano dei guerriglieri per la libertà, e che il villain sia proprio così... ducesco! per questo dicevo che a qualche censore non dovrebbe essere sfuggita la cosa.
Circa la violenza di radio Patrol (e non solo, ovviamente), sapevo della leggenda riguardante Mario Davis. Anch'io mi domando se non si tratti, appunto, di un mito, visto che fino ben oltre il '38, i toni - specie nelle strisce giornaliere - restano forti. Bisogna dire che certi aggiustamenti di tiro (penso alla trasformazione di mandrake, che vedremo tra pochissimo) fanno pensare a un intervento autocensorio proprio della King...
Grazie ancora per i tuoi contributi.
Se ti impressiona vedere i "debiti" di Raymond, eccoti impressionato:
RispondiEliminahttp://img338.imageshack.us/img338/6555/franklinbooth1925.jpg
Si tratta di una illustrazione di Franklin Booth.
Ahi, ahi... Nemmeno la città degli Uomini Falco era originale... Vabbé. Bisogna, prima o poi, accettare che certi miti si sgretolino.
RispondiEliminaComplimenti per le tue capacità di ricercatore!
Beh, però almeno NON è sorretta dai fasci di luce atomica! ;-)
RispondiEliminaNessuna grande capacità di ricerca, ho sempre saputo che Raymond si ispirava a Booth: si è trattato solo di incontrare l'immagine giusta.
RispondiEliminaE temo che il mito dell'invenzione artistica sia parecchio sopravvalutato.
Quella che ci piace chiamare creazione artistica non è che rielaborazione.
Tutti copiano. Se non copi un altro artista, copi una foto o un modello.
L'inventore della ruota aveva visto un tronco che rotolava...
Se possedessimo una conoscenza assoluta temo che niente e nessuno sfuggirebbe alla ronda antiplagio.
E, comunque, sarebbe difficile giudicare Raymond un copista, quando ho visto così tanti, tanti autori farsi una carriera copiandolo ;-)
<>
RispondiEliminaE questa, almeno, è un'incontrovertibile verità!