Nuova vita per “Il Vittorioso”
Alla moria dei “giornali”, fra il 1949 e il 1951, fanno eccezione praticamente solo il “Corriere dei Piccoli” e “Il Vittorioso”. Il secondo, anzi, conosce in questo periodo il suo periodo più bello, certo il più ricco. Le pagine aumentano a sedici, le rubriche e le pagine di dialogo coi lettori salgono di livello. Dall’ottobre del 1950, col numero 43, l’unica concessione al mutato vento editoriale è la scomparsa della serie a fumetti pubblicata in prima pagina, sostituita da una ricca copertina a colori, un po’ stile “Domenica del Corriere”, ma spesso occupata da “panoramiche” o da altre straordinarie composizioni del grande Jacovitti.
Fra il 1947 e il 1949, il settimanale ospita nuovi autori. Uno fra i più interessanti è senz’altro Giovanni De Luca, che gode di un’ottima scheda su Wikipedia, a cui rimando volentieri. La sua opera migliore, pubblicata negli anni Settanta su “Il Giornalino”, ovvero Il commissario Spada, è stata ristampata di recente, e la sua ricercata arte grafica è tornata (almeno spero) familiare agli appassionati di fumetti. Ben poco si sa e si scrive, invece, dei primi passi di De Luca sul Vittorioso: eppure si tratta di storie che, a parte qualche ingenuità, vedono formarsi e prestissimo imporsi le sperimentazioni grafiche dell’autore, la sua capacità di rendere temi fantastici e scenari onirici con un tratto rigorosamente realista. Dopo alcune storie di ottimo livello ma convenzionali, come ad esempio Il Mago Da Vinci, pubblicata nel 1947, con La prora vichinga, su testi di Roudolph, il suo segno grafico si fa pienamente maturo. Temi come quelli di Atlantide vengono affrontati con una capacità evocativa, da parte della coppia di autori, che non ha alcunché da invidiare agli autori franco-belgi ai quali evidentemente si ispirano.
mercoledì 29 luglio 2009
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