Riprendo la mia auto-terapeutica esplorazione. Lo scaffale 4 (la numerazione e l’andamento “topografico” che seguo sono un po’ random) accoglie le annate più recenti del Corriere dei Piccoli e parte di quelle del Corriere dei Ragazzi, una serie che, da un inverecondo oblio, è passata allo status di periodico leggendario, esaltato in ogni dove, addirittura con serpeggianti idee di resurrezione… Mi fa un po’ rabbia: trent’anni fa, il Fumetto per adolescenti (ragazzi, sì, ma anche giovani e numerosi adulti!) fu sconsideratamente assassinato, in nome sia di un malinteso approccio intellettualistico alla Nona Arte (mi dispiace dire che complici di questo crimine furono anche Moebìus/Giraud e gli altri firmatari di un famoso manifesto di Metal Hurlànt), sia di una posizione servile – e vigliacca - degli editori, nei confronti della TV e dell’invasione delle Anime giapponesi. Ora, invece, ipocritamente, ci si stracciano le vesti: quando ormai tutto è mutato, e per un clone del CdR non ci sarebbe davvero più mercato!
Ma non voglio fare polemica. Preferisco pubblicare qualche immagine, allo stesso tempo bellissima e gonfia di nostalgia. Peccato solo per la mia pessima macchinetta fotografica.
La colpa è sua! ;-)Del grandissimo Corriere dei Piccoli possiedo tutte le annate complete dal 1908 al 1951. Invece mi mancano tutte quelle, altrettanto belle, dalla fine degli anni Cinquanta al 1968 compreso. Che, è paradossale, sono più difficili da trovare delle precedenti! Invece ho le successive, fino al 1970, e la collezione completa del Corriere dei Ragazzi, di cui parlerò a tempo debito.
Grande notizia, quella che Coniglio editore sta per ripubblicare, a colori, la splendida saga di Valentina mela verde, un epos borghese di grande qualità sia letteraria che grafica, opera di uno dei massimi cartoonist italiani, Grazia Nidasio. Se volete immergervi negli anni Settanta, quel volume farà per voi. Ricordo che due o tre volumetti in bianco e nero erano già stati pubblicati anni fa.
E allora oggi sei su afNews. Ecco.
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RispondiEliminaSi, in effetti fu una questione tutta italiana, dato che in Francia, terra madre di MH, il fumetto ha proseguito a fornire opere a tutte le fasce di eta'. Ecco perche' sta economicamente meglio che da noi.
RispondiEliminaInvidio molto questa collezione completa, io ne ho solo una cinquantina di numeri, tra CdP e CdR.
Non ho letto quale sia la dimensione dei volumi della Coniglio, dubito che saranno grandi quanto il CdR, purtroppo.
L'unica cosa su cui non sono d'accordo e' che un nuovo CdR non potrebbe sopravvivere in edicola: certo ci vorrebbe un editore con un forte potere distributivo, e deciso a sostenere per un lungo periodo iniziale la rivista (insomma, un editore che ami il Fumetto come mezzo di espressione e comunicazione), fornendo copie gratuite come allegato ad altre riviste (quelle familiari e quelle indirizzate a uomini e donne sugli ...anta, che darebbero l'allegato al figlio), utilizzando il vecchio (ma sempre funzionante, basta guardare le riviste di lettura francesi) mezzo del gadget, etc.
Un piccolo sottobosco di lettori c'e', e' quello di Focus Junior e di GeronimoStilton, che secondo me puo' essere fatto crescere.
E materiale da pubblicare ce n'e' a iosa, sia del passato che recente, sia francese che italiano.
Faccio due esempi nel messaggio di ieri nel mio blog, di cui sotto riporto l'URL, dacci uno sguardo se hai piacere.
Saluti.
http://danieletomasi.blogspot.com
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scusa per il messaggio cancellato, era questo stesso ma con alcuni errori di scrittura che ho voulto correggere.
Certo, una questione tutta italiana: e infatti i risultati si vedono, perché da noi il Fumetto è in profonda crisi, da loro (che le riviste, nonostante i deliri metalloidi, continuarono a curarle e a promuoverle) c'è un mercato floridissimo, a dispetto della recessione!
RispondiEliminaPer quanto riguarda il CdR in edicola... Che dire? La mia è solo un'impressione, basata sul fatto che trent'anni di diseducazione sistematica sono duri da cancellare. Il Cdp e il CdR svolgevano proprio *anche* una funzione educativa, non freddamente didattica, ma proprio di formazione del gusto, di una coscienza critica, e di tanto altro. Se ci fosse un editore così intelligente e generoso (ma ne dubito), sarei certamente tra i primi abbonati. Ma, mi domando, i miei figli lo leggerebbero? Purtroppo passano dalla playstation a Sartre, quasi senza passaggi intermedi.
Ho letto i due post nel tuo blog, e per quello che può valere, fumettisticamente la penso proprio come te. Solo che sono un po' più pessimista...
@anonimo pessimista: è una scelta degli adulti, come sempre.
RispondiEliminaI ragazzi, o i bambini, ricevono quel che gli si dà.
Passare dalla Playstation (non in colpa di per sé) al soggettivismo di Sartre vuol dire non capire né l’uno ne l’altro. Che è precisamente quello che accade poi a molti degli attuali insegnanti, prima che ai loro allievi. :-)