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1936 - III
Paperino è molto spesso la co-star di Topolino, nelle tavole domenicali del 1935-36: il personaggio ha una veloce evoluzione grafica e di carattere, che si assesterà solo nel 1938 e diverrà quella definitiva, almeno nel mondo della syndication, nell’immediato Dopoguerra, con Al Taliaferro. In questa sede, ovviamente, non è il caso di parlare di Carl Barks, che negli anni Trenta è “solo” un interno nel reparto animazione degli studi Disney di Hyperion Avenue.
Paperino è presente anche nelle strisce giornaliere: il suo ruolo di grande spalla l’ha avuto già in Topolino giornalista, pubblicato da Nerbini sul Supplemento, e lo avrà di qui a pochi mesi in Topolino e la casa dei fantasmi. Ma anche in Topolino e lo struzzo Oscar svolge un irresistibile ruolo di comparsa:
Fra i fumetti “avventurosi” del King Features Syndicate, un posto da outsider di lusso spetta a L’Ispettore Wade di Lyman Anderson (Inspector Wade), libera versione a fumetti dei romanzi di Edgar Wallace, lanciati proprio da Mondadori alla fine degli anni Venti sulla popolare collana dei “libri gialli”. I polizieschi anglosassoni conoscono in questa metà degli anni Trenta una grande popolarità: oltre alle due collane di Mondadori, molti romanzi vengono proposti da vari editori (fra cui spicca Nerbini).
Wade appare inizialmente, in casa Mondadori, sulla rivista poliziesca Il Cerchio Verde, nel 1935. Non è una serie che gode di grande popolarità, e fino al 1938 se la rimpallano vari editori, fra cui il quotidiano Il Popolo di Roma. Prima o poi mi occuperò anche delle riviste e proporrò alcune immagini, anche di particolare rarità. Questo è un esempio, purtroppo ripreso con mezzi di fortuna, delle strisce pubblicate dal Popolo di Roma nel 1938:
Una vicenda interessante, quella dei rapporti tra il King Features Syndacate, rappresentato da Guglielmo Emanuel, e il fascistissimo Popolo di Roma. Tutti i particolari nel famoso librone che presenteremo a Lucca.
Altra serie minore del KFS, pubblicata su Topolino nel 1936, è la deliziosa Signorina Milli. Si tratta di Little Miss Muffet di Fanny Cory (1877-1972), una delle poche donne cartoonist della prima metà del Ventesimo secolo. Potete ammirare un originale del 1947 e leggere una biografia dell’autrice qui. Il nome del personaggio è quello della protagonista di una popolare strofetta infantile anglosassone, ma nei fumetti è una delle tante seguaci di Little Orphan Annie, ovvero una bimba senza madre (ma ha un papà) schiacciata nel gioco perverso degli adulti. A differenza del capolavoro di Harold Gray, che non a caso è sarà ristampato quasi senza interruzione nei decenni successivi, la Signorina Milli non ha alcun pathos avventuroso e le sue storie si ripetono monotone in una variazione monocorde degli stessi spunti: un padre buono ma assente, istitutrici maligne, eccetera. Però è notevole il disegno di Fanny Cory, elegante e delicato eppure miracolosamente mai lezioso.
Milli non durerà molto, su Topolino, e non verrà mai ristampata.