domenica 20 giugno 2010

A proposito di Topo e topi: un diverso punto di vista e il segreto di "Wall Disnay"



Ricevo da Claudio Gioda, grande collezionista e studioso di fumetti, nonché webmaster del seguitissimo sito e forum Collezionismo fumetti, uno straordinario contributo, decisamente dissonante, suscitato dagli ultimi due post su Gaetano Vitelli e il Trio dell'Astuzia. Oberato da impegni urgenti, mi limito intanto a impaginare qui di seguito il graditissimo contributo di Claudio, lucido e ben circostanziato, con le immagini che mi ha cortesemente fornito lui stesso. Lo commenterò adeguatamente entro un paio di giorni.

Per una volta (forse la prima in tanti anni!) non sono in linea con la tesi che esponi. Vengo subito alla questione: a mio parere non dovremmo considerare gli Albi del Trio dell'Astuzia, né i personaggi che vi appaiono, dei "Disney apocrifi". Vedrei più corretto catalogarli come plagi o cloni (per usare termini da te già introdotti), o comunque semplici tentativi di ispirazione ai modelli disneyani, sebbene non troppo velati. Sicuramente rappresentano un interessantissimo documento d'epoca e ci danno la misura di quanto la produzione fumettistica degli albi umoristici negli anni Quaranta fosse influenzata dai modelli disneyani. Però il nostro compito è anche quello di classificarli, dare loro una collocazione dentro o fuori l'ambito Disney. O anche solo a margine.

Tempo fa avevo già risposto in merito a Massimo, quando stava ancora svolgendo l'interessante lavoro di ricerca su questa semi-sconosciuta collana e ripeto qui alcune personali considerazioni.
Non starei ora a fare un discorso sul significato generale del termine "apocrifo", perché forse a poco servirebbe in questo caso. Mi limiterei a dibattere sul significato che noi appassionati di fumetti attribuiamo nello specifico del nostro campo. Quand'è che possiamo etichettare un personaggio come "Disney apocrifo"? A mio parere non basta solo l'ispirazione al modello, perché se così fosse forse dovremmo considerare inclusi nella categoria centinaia di albi che sono venuti alla luce sulla scia del fenomeno Disney italiano. Penso che necessitino ulteriori elementi, nell'elencare i quali, per comodità di esposizione, allego le mie considerazioni in merito al caso specifico del Topolino del Trio dell'Astuzia:


1 - Il nome dell'apocrifo deve essere lo stesso del personaggio [Qui ci siamo senza ombra di dubbio. E anzi penso che il punto di maggior interesse storico di questa collana risieda proprio nell'uso "sfacciato" del nome "proibito". Ci si potrebbe chiedere se la Mondadori abbia saputo, abbia preso iniziative, abbia lasciato fare...]


2 - L'apocrifo deve avere le caratteristiche somatiche del personaggio originale chiaramente riconoscibili, al di là dello stile più o meno rozzo del disegno [E qui proprio non ci siamo. E' l'elemento che più mi fa dire: "Questo NON è Mickey!". Secondo mio modesto parere la domanda chiave da porsi è proprio se in quel personaggio riconosciamo o no il nostro Mickey Mouse. Se guardo agli elementi somatici direi assolutamente di no. Lo accomunerei più ai vari Sorcettino e Topo Lino che comparivano nei primi numeri del giornale Nerbini, personaggi che non venivano accomunati a Mickey nemmeno dai censori del KFS. Questi infatti contestavano la pubblicazione del Topolino in braghette a due bottoni, con le orecchie nere e il muso all'insù, con naso ad oliva nera, inconfondibile. Tu citi il fatto che il disegnatore degli albetti sia Vitelli come elemento a favore di un'attribuzione disneyana, ma Vitelli aveva più volte disegnato Mickey su TOPOLINO giornale e in quel personaggio aveva riprodotto tutte le caratteristiche somatiche di Mickey, sebbene molto distanti dal disegno raffinato degli autori americani. Il Topolino del trio è completamente diverso: muso rivolto in giù, orecchie e testa monocolore marroncino, per non parlare dell'abbigliamento... C'è quindi un allontanamento netto e coscientemente attuato dal modello originale che Vitelli opera. Che poi lo faccia per evitare problemi con i detentori del copyright, visto già l'azzardo dell'uso non autorizzato del nome...


 


 

Notiamo poi come il Topolino (presumibilmente di Vitelli) sugli albetti EROLA della serie di "Topolino re dei cuochi" e simili ha invece le tipiche caratteristiche che lo fanno immediatamente associare a Mickey. Nella serie compare anche un albetto intitolato "Ninna Nanna" che riprende una Silly Symphony, sicuramente sotto copyright Disney.
Anche il Topolino di Bissietta o quello di Galli o ancora quello sul Popolo di Roma erano distanti miglia dall'originale, ma erano il topo in braghette, con le orecchie nere, con la fidanzata Minnie... insomma era LUI!
Su Biancaneve e i Sette Nani è facile far notare come manchi totalmente la tipica caratterizzazione dei nani disneyani, e, trattandosi di personaggi non creati da Disney, ma da lui solo ripresi e sviluppati nel celebre lungometraggio, a maggior ragione non vedo come considerarli Disney, se non perché sappiamo la storia lavorativa di Gaetano Vitelli essersi incrociata con quella dei periodici Disney nel decennio precedente. Siamo ben distanti dall'esperimento di Pedrocchi e Pagot su PAPERINO giornale]


3 - L'albo apocrifo Disney dovrebbe potersi "spacciare" come pubblicazione Disney, quasi a confondersi fra gli albi originali, o almeno darne la parvenza ai lettori meno attenti o esigenti. Il lettore dovrebbe "illudersi" di avere in mano una storia di Mickey Mouse [Nell'assomigliare alle pubblicazioni Disney coeve si avvicinano di più serie a striscia come quelle di Lupettino, a fondo giallo come gli Albi Tascabili di Topolino, per non parlare dei tascabili usciti sull'onda del successo dei primi TOPOLINO libretto]


Intendiamoci: questo mio intervento vuol solo cercare di avviare un dibattito perché si possa giungere ad un'idea unanime di categorie valide per leggere e classificare filologicamente i pezzi della storia editoriale del Disney apocrifo in Italia. Ciò non toglie che la riscoperta della questione Albi del Trio dell'Astuzia sia preziosissima, perché ravviva l'interesse proprio verso questa misconosciuta e curiosa storia, sulla quale c'è sicuramente molto da dire per via della difficoltà di reperire o censire le fonti.
Naturalmente non ho la pretesa di dettare io le categorie, mi limito a proporne alcune per una riflessione comune.


Personalmente se dovessi stilare una bibliografia del pubblicato Disney non vi inserirei la collana Albi del Trio dell'Astuzia. Al contrario vi inserirei la collezione di albetti quadrati EROLA.
Infine chiudo proponendo a te e ai lettori del blog una nuova e sconosciuta curiosità che va ad integrare il discorso qui avviato da te e Massimo sulla storia di queste particolari edizioni EROLA e consimili.



Nella collana EROLA già citata ("Collezione per i più piccini") compare il titolo "I Tre Sorcetti" di cui ti allego immagine. Ora questo titolo non mi era nuovo e pensandoci bene, guardando l'immagine di copertina, mi sono ricordato di aver visto questi tre topini sulla copertina di un albo che non possiedo, ma la cui fotocopia a colori mi inviò il nostro Francesco De Giacomo. La scoperta è quindi di De Giacomo (è sempre un meticoloso osservatore...): insomma sull'albo compariva come autore dei testi un sedicente... WALL DISNAY!



Questo ci dice che in molte delle produzioni facenti capo a questo editore romano c'era la volontà di instillare nei lettori l'idea che Disney avesse a che fare qualcosa con i loro albi. Anche solo un nome simile - e quindi evocativo - poteva bastare a vendere un prodotto francamente di scarsissimo livello artistico.
Da tempo non trovavo quelle curiose fotocopie, sommerse nel caos delle mie cartacce, ma con un po' di impegno le ho "riportate alla luce" e te ne mando immagine. Con l'albo "disnAyano" ti invio le foto dei volumetti EROLA di cui ho parlato.









Faccio un'ultima aggiunta per stimolare prossime ricerche: la presenza nella collana EROLA di un titolo attribuibile ad un periodo dopoguerra (I Tre Sorcetti), sembrerebbe suggerirci un periodo di datazione diverso da quello comunemente conosciuto, che farebbe risalire i volumetti agli Anni Trenta.

13 commenti:

  1. Premetto che mi sento, genericamente, di condividere la classificazione di Claudio Gioda, ma non è per questo che commento.

    La visione de I 3 SORCETTI mi ha ricordato che ne parla riccamente il compianto Franco Franciosi in un articolo sul n.29 del notiziario GAF (nuova serie), dedicato al giornalino "Il Pupazzetto".

    I personaggi sono opera di A. Dessi (testi) e R. Jonni (disegni) e sono apparsi tra la fine del 1943 e la metà del 1945 ("Il Pupazzetto" n.1-1943 / n.30-1945).

    "Il Pupazzetto" era edito da Francesco Mondini per la S.E. Edizioni Roma, poi divenuta S.E. del Pupazzetto.

    Alcune serie che pubblicava "Il Pupazzetto" confluirono su "L'Illustrazione dei Ragazzi" (della società A.P.E. di Roma) nel 1945.
    Dapprima "L'Illustrazione" uscì come giornale (8 numeri), ma poi divenne una collana di albi monografici.

    Tra questi Franciosi dà per dubbia l'uscita degli albi 15 e 16 (I 3 SORCETTI), che, a quanto se ne deduce dal materiale di De Giacomo, furono pubblicati (almeno uno...)

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  2. Caro Fortunato, la cosa più incredibile è che io possiedo Il Pupazzetto, e non ricordavo affatto la pubblicazione di questa storia!
    Ahh, che vergogna, sono un "collezionista-feticista" anch'io! :-(
    Porrò rimedio alla cosa quando affronterò la trattazione del Dopoguerra "classico".

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  3. Accidenti. Ringrazio Claudio per il suo intervento – non solo lucido e circostanziato, ma scritto benissimo – (mica come la mia email che hai postato… :P) e ne approfitto per salutarlo (ci eravamo conosciuti nel 2007 quando io ero già a caccia di "Vittorioso").

    Sono completamente d’accordo con le sue considerazioni: il termine “apocrifo” è probabilmente inadatto per molti dei contesti in cui si usa, e certo il "Topolino" degli Albi dell'Astuzia non è Mickey: è visibilmente un dannato ratto, tutt’al più un parente albino di Topesio.
    Pinocchio poi mi pare non abbia nulla a che vedere col Pinocchio Disney. Mi pare segua l’iconografia originale più tradizionale dei vari autori che hanno illustrato le prime edizioni del romanzo.

    Per "Topolino" (il ratto), data la scarsa somiglianza io non parlerei nemmeno di "plagio". Più di vaga ispirazione, ma giusto per il nome.
    "Pinocchio" e "Biancaneve" (e i suoi nani non-disneyani) per me non rientrano nemmeno nella "vaga ispirazione", se non per l’idea di questo mescolare personaggi fiabeschi che Martina fa poi con grande maestria unendoli a quelli del cosmo disneyano ordinario.

    Per il topo che appare in Metropolis invece ribadirei senza ombra di dubbio di usare il termine "omaggio": Tezuka venerava letteralmente Walt, e lo poté incontrare solo molti anni dopo, nel 1964 alla Fiera di New York, per un breve momento. Walt gli disse "Mi piace Astro Boy, è un buon prodotto". E al buon Osamu a momenti venne un infarto… :)

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  4. Un grazie a Leonardo che ci ospita e ci permette di discutere ancora dopo tanti anni (in cui molto si è detto) sul fumetto, divertendoci.
    Feticista tu? Ma no... è solo che ne hai così tanti fumetti che è impossibile leggerli tutti! Io che ho collezioni più limitate faccio la mia buona figura su Disney, ma non sai quante volte mi trovo lettore silente di quanto tu e gli amici del blog scrivete con grande competenza su molti altri àmbiti.

    Un grazie a Fortunato per averci riportato la storia editoriale completa de I Tre Sorcetti. Io mi ero limitato a cercarne notizia sul Bono, trovandolo appunto come penultimo numero de L'Illustrazione dei Ragazzi in f.to albo (a proposito: i primi 8 numeri con Tarzan io li trovo fascinosissimi). Bono mette in elenco il 16° albo, la 2^ parte de I tre Sorcetti. Dovrei chiedere a De Giacomo se ha anche quel secondo albo.

    Un grazie a Claudio per l'apprezzamento. Ricordo di averti conosciuto, doveva essere ad una mostra, ma non ricordo le modalità, forse ti appioppai un biglietto da visita di CF ?!? ;)

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  5. Il grazie non andrebbe a me, ma, se fosse ancora possibile, a Franciosi: io mi sono limitato a riportare dati da un suo articolo.

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  6. Per restare in tema, Wall Disnay (Dessi) dà ai suoi Tre Sorcetti i nomi di Tip, Top e Tap.

    Vorrei dire a Claudio P. che nessuno ha mai detto che quel Pinocchio e quella Biancaneve ( con i relativi nani) sono Disney (apocrifi) . Il discorso riguarda Topolino e non gli altri personaggi .

    M.B.

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  7. @Claudio Gioda: Ci siamo conosciuti solo via email, dopo esserci incontrati sul forum del Papersera. Ricordo però la tua grandissima gentilezza e disponibilità, e la divertente definizione che avevi dato di te stesso ("maestro elementare per scelta, con stipendio da fame, che colleziona roba per miliardari": troppo bello! :) )

    @Massimo: Ah, OK. Da come Leonardo aveva impostato gli interventi poteva sorgere l'impressione che l'ipotesi dell'"apocrifo" coinvolgesse anche quei nani guerrafondai e la zelante Biancaneve bionda… :P

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  8. semplicemente da nord (43-44)non arrivava nulla e quindi mio padre stampò i giornalini in questione.
    Fulco mondini ( uno dei tre sorcetti)

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  9. Interessante ! Signor Fulco, ci può dare qualche aneddoto riguardo questi giornali e la E.R.O.L.A. (Alfredo Mondini, il proprietario,era suo parente?). Sarebbe molto interessante . Grazie !

    Massimo

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    1. alfredo mondini era il fratello di mio padre e spesso lavoravano insieme. fulco modini.

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  10. Benissimo la ringrazio !
    Fin quando la casa editrice E.R.O.L.A. andò avanti ? E per cosa sta E.R.O.L.A. ?
    Lei ha qualche numero delle serie edite da questa casa editrice ?

    Potrei avere la sua email ? La mia è mr.max_007@hotmail.it

    Cordiali saluti e grazie,
    Massimo

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  11. la casa editrice E.R.O.L.A. è andata avanti fino che mio zio Alfredo ha vinto una cifra al totocalcio si è quindi comprata una edicola di giornali. dopo non molto
    mio zio è morto .
    Credo che fosse il 52.
    la mia e.mail è :fulcomondini@hotmil.it

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  12. La ringrazio e le ho inviato un email

    Grazie,
    M.

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