venerdì 9 aprile 2010

L’avventuroso 1 (1934)

14 ottobre 1934

L’abbiamo già intravisto, su varie pubblicità redazionali di Topolino e del Supplemento. Proprio su quest’ultimo, nel n. 94b del 14 ottobre 1934, la sesta e ultima pagina è occupata da una strepitosa locandina, che – stampata a parte – pavesa anche le edicole:


Questo manifesto, piegato in quattro, viene invece inserito nel corrispondente numero del Topolino settimanale (il n. 94):



È 14 ottobre 1934, da pochi giorni sono riaperte le scuole. Eccolo finalmente, in carta e inchiostro, il primo numero de L’Avventuroso:


L’ AVVENTUROSO: grande settimanale d’avventure. - A. 1, n. 1 (14 ott. 1934) - a. 10, n. 450 (16 mag. 1943). - Firenze : Casa Editrice Nerbini, [1934-1943].- 450 n. : fumetti b/n e color. ; 43x32 cm. - Settimanale. - Il titolo perde l’articolo dall’a. 9, n. 432 (3 gen. 1943) e fino al n. 435 (24-31 gen. 1943) è preceduto dalla scritta “Cine racconto”. Dall’a. 6, n. 263 (22 ott. 1939) all’a. 8, n. 340 (13 apr. 1941) e dall’a. 8, n. 373 (30 nov. 1941) assorbe: Giungla. Il complemento del titolo dall’a. 2, n. 31 (12 mag. 1935): grande settimanale per tutti; dall’a. 6, n. 233 (26 mar. 1939): grande settimanale a colori; dall’a. 6, n. 265 (5 nov. 1939): settimanale di avventure a colori; dall’a. 8, n. 402 (14 giu. 1942): settimanale a colori; dall’a. 8, n. 408 (26 lug. 1942): pubblicazione settimanale; dall’a. 9, n. 432 (3 gen. 1943) non appare più. - Continua con: Topolino. - Il formato dall’a. 7, n. 305 (11 ago. 1940): 40x29 cm; dall’a. 8, n. 414 (6 set. 1942):34x25 cm. - Luogo ed editore dall’a. 10, n. 440 (7 mar. 1943): Milano : A.P.I. Agenzia Periodici Mondadori - Ha per suppl.: Il piccolo avventuroso e la “prima serie” di Giungla!.

Queste sono le altre pagine del giornale:








Alcune cose, tanto per cominciare: niente più strofette in rima o pesanti didascalie (tranne due casi), solo fumetti moderni. Niente più storielle per bambini, solo comics per adulti, o meglio per tutti. Ma in Italia manca una cultura dei comics, e il giornalone di Nerbini sembra rivolgersi solo ai ragazzi. Solo avventura, niente umorismo. Il primo impatto col fumetto moderno, dopo il sostanzioso assaggio di Cino e Franco, i balilla e gli avanguardisti nostrani ce l’hanno con Flash Gordon di Alex Raymond.


In quella prima tavola, accade di tutto: l’annunciata fine del mondo, un aereo colpito da un meteorite, un rapimento, la partenza di un missile, un atto di violenza...




Il ritmo è forsennato. Esotismo, fantascienza, azione. Il disegno, benché ancora lontano dalle sontuosità di appena un anno dopo, è quanto di più glamorous si possa immaginare. Chi sta più dietro, al Corriere dei Piccoli e a Jumbo?


Un lontano giorno dell'ottobre 1934.

- Certo - dice il vecchio distributore romano [Mondini, ndr] - certo che me lo ricordo quel giorno! Dopo pochissime ore, i giornalai si precipitarono qui a chiedere ancora copie del nuovo giornale « L'Avventuroso», che era andato a ruba: una confusione, un terremoto!
(da: SERGIO TRINCHERO – I miei fumetti, Edizioni Comic Art)




In effetti è proprio come l’effetto della già evocata bomba: il tam tam si propaga con la velocità del vento, tutte le testimonianze che ho raccolto, dagli anni Sessanta in poi, sono concordi: il “nuovo giornalino”, come all’inizio è chiamato, va subito esaurito, viene ristampato immediatamente ma è di nuovo esaurito; nel giro di pochi mesi la tiratura sfiora le 500.000 copie settimanali!



Mi sembra che, ancora oggi, nel 2010, il giornale parli da sé. La testata, di Giorgio Scudellari, è un vero e proprio editoriale: sulla sinistra, un nero, un giallo, un indiano, interpretazioni dei tipi contemporanei proposti da Hollywood. Rappresentano l’alterità minacciosa ma anche affascinante, non sono semplici “cattivi” ma incarnazioni dell’esotico ammaliatore. Sulla destra, al posto di un intrepido “avanguardista” o di un eroico balilla, c’è niente meno che un poliziotto americano! Il “buono” è dunque anch’esso esotico, diverso. In questo, senza saperlo, l’ex squadrista Nerbini è corifeo dell’antifascismo profondo: contraddizione tipicamente italiana. In questo giornale non c’è traccia della cupezza bianco-nera dei rituali dell’ONB e del PNF. C’è l’America. I colori, saturi e decisi, sono quelli della tricromia nerbiniana e promettono da subito quel che il giornale offrirà: emozione allo stato puro.

4 commenti:

  1. Davvero interessante, spesso, a torto, si pensa che la storia sia un semplice inevitabile procedere verso un "progresso", questo articolo ci racconta come i fumetti de L'avventuroso seppur legati ad un'epoca lontana e passata abbiano ancora un fascino inalterato, una loro "modernità", qualcosa di analogo non sempre lo troviamo nelle produzioni a fumetti al giorno d'oggi, sovente adagiate sul già visto, già sperimentato.

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  2. Grazie.
    Se il progresso fosse quello delle "sorti luminose e progressive", dall'Arte romana in poi saremmo giunti oggi, dopo duemila anni, a vette incomparabilmente superiori...
    I fumetti de "L'avventuroso" sono legati al loro tempo, assai più certamente del Topolino di Gottfredson, ma questo non toglie che, con un minimo di contestualizzazione, possano ancora essere interessanti, oltre che affascinanti per il solo aspetto grafico.

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  3. salve chiedevo qual'era il valore di mercato dei primi 3 numeri originali 1934 dell'avventuroso.
    grazie mille

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  4. Ciao
    Sono numeri rari, molto di più il primo. La quotazione dipende molto dallo stato di conservazione. Purtroppo, come ho detto altre volte, non sono in grado di quantificare, mi dispiace. Rivolgiti al Vintage Comics forum, il linl è fra quelli ilincati sulla destra

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